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VERBANIA - 17-10-2024 -- Il gup li ha messi ai domiciliari e, dopo 159 giorni di carcere, sono potuti uscire, in attesa che la loro posizione processuale sia definita. Si trovano nelle loro abitazioni di Verbania zio e nipote di 40 e 25 anni che, il 9 maggio, furono arrestati dalla polizia con l’accusa di sequestro di persona e lesioni personali gravi. Il 28 aprile, dopo aver trascorso la serata in un noto locale di Verbania, diedero un passaggio in auto a un quarantenne residente a Verbania –oggi trasferito per lavoro in centro Italia– che, durante il tragitto, decisero di non riportare a casa ma, dopo averlo picchiato, di abbandonarlo sul ciglio della strada a Santino di San Benardino Verbano. È lì che i soccorsi, chiamati dalla stessa vittima, lo ritrovarono, conducendolo in ambulanza in ospedale.

Le indagini portarono in pochi giorni a identificare i due imputati, che furono arrestati. Il gip non convalidò il fermo, ritenendo che non vi fosse la semiflagranza, ma dispose la misura cautelare del carcere, revocata all’esito dell’udienza di ieri. Davanti al giudice Mauro D’Urso, assistiti dai loro legali, Gabriele Pipicelli per il quarantenne, Christian Ferretti e Stefano Morisetti per il venticinquenne, non hanno fornito spiegazioni per quel fatto, che la Procura ha tradotto in due capi di imputazione distinti e in concorso. Per il sequestro di persona, che è perseguibile nel caso di specie su querela, hanno presentato un’offerta di risarcimento reale, consegnando alla parte offesa 20.000 euro (rifiutati, perché ne chiede 200.000), con la richiesta che il reato sia dichiarato estinto con la giustizia riparativa. Per le lesioni gravi, superiori nella prognosi ai 40 giorni (i 25 certificati dal Dea e i 16 disposti dal medico curante), la richiesta è di effettuare una perizia medica sulla prognosi, per accertare l’aggravante, e procedere con la messa alla prova.

Il giudice ha aggiornato l’udienza e, come detto, ha scarcerato gli imputati, ponendoli ai domiciliari.