VERBANIA - 22-10-2024 -- Per quattro anni ed altrettanti esercizi ha gonfiato le spese della sua attività, fatturando l’acquisto della merce a società inesistenti o a cosiddette cartiere, spesso riconducibili alla Cina. Si trovava a Verbania, anche se la sede legale era a Milano, il discount di prodotti a basso prezzo controllato dalla Guardia di finanza che, durante un accertamento fiscale, risultò non in regola con la contabilità. Le Fiamme Gialle, scandagliando bilanci e fatture, contestarono che, tra il 2015 e il 2018, fossero stati imputati 2,2 milioni di costi per acquisto merci che era impossibile fossero stati forniti dalle aziende intestatarie delle fatture, o perché non adeguate per la produzione (per sedi operative, mezzi posseduti e numero di dipendenti), o perché semplicemente fittizie, costituite appunto come cartiere per emettere fatture.
Da questi artifici contabili s’è determinata, secondo le autorità, l’evasione dell’Iva per poco più di mezzo milione. Un reato penale che la Gdf ha segnalato alla Procura di Verbania e che, per competenza poiché la sede fiscale è a Milano, è stato trasferito nel capoluogo menighino. A giudizio è finito il 64enne titolare del negozio, che in primo grado è stato condannato a due anni e otto mesi, pena confermata dalla Corte d’appello un anno fa e che, successivamente, è diventata definitiva poiché la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso.