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i protagonisti

VALLE VIGEZZO – 30-10-2024 --

Da Craveggia a Praga nel ricordo di Galileo

Una volta si scriveva “vigezzini che si fanno onore” e nel caso del craveggese Guido Dresti questa espressione può calzare a pieno titolo. Infatti lo gnomonista vigezzino è da poco reduce da Praga dove è stato invitato ad esporre la sua riproduzione di uno strumento astronomico ideato da Galileo. Occasione è stata la mostra “Sidereus Nuncius: dalle ricerche di Galileo Galilei ai moderni sistemi di navigazione satellitare”. Un evento organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Praga presso  la sede dell’Istituto Italiano di Cultura (IIC) in collaborazione con lo stesso, il Museo Galileo di Firenze,  l’Istituto italiano di Astrofisica, la Rappresentanza Permanente d’Italia Organizzazioni Internazionali di Parigi e con l’Associazione Italiana di Astrofilatelia. Lo strumento di Dresti, esatta riproduzione del Giovilabio di Galileo, era tra la quarantina di strumenti astronomici esposti dallo stesso a Domodossola nel palazzo Silva nella mostra organizzata dalla fondazione Paola Angela Ruminelli conclusa a fine settembre. Tra i visitatori della mostra anche un conoscente di Dresti, Giancarlo Truffa (vicepresidente dell’associazione Hora - Associazione Italiana Cultori di Orologeria Antica),  che con l’astrofisico dell’Università di Padova Alessandro de Angelis, aveva segnalato lo strumento a Maria Cristina Falvella, addetta spaziale dell’Ambasciata italiana di Praga. Da lei l’invito ufficiale dalla capitale della Repubblica Ceca allo stesso Dresti con parole che non possono non riempirlo di giusto orgoglio: ...“siamo già in contatto col Museo Galileo Galilei di Firenze che ha delle copie degli strumenti di Galileo, ma se lei fosse disponibile a mettere a disposizione il suo strumento, la mostra diventerebbe anche occasione per promuovere la qualità dell’artigianato italiano”. Dresti sì è così recato a Praga con la moglie e il genero ingegnere che parla l’inglese, mentre lo strumento era già stato inoltrato in precedenza dovendolo predisporre per l’esposizione. Allo strumento Dresti aveva allegato il catalogo della  recente mostra di Palazzo Silva scritto col domese Rosario Mosello e un riferimento ad un articolo pubblicato su una rivista di gnomonica inglese (Bulletin) inerente il Giovilabio, sempre redatto con Mosello.

     

     La conferenza di apertura

Il programma delle celebrazioni galileiane prevedeva la conferenza di inaugurazione alle 19 di lunedì 21, seguita il dì seguente dall’apertura della mostra, rimasta visitabile gratuitamente sino a Giovedì 31 ottobre. Nella storica cornice della cappella barocca dell’Istituto Italiano, antica sede dell’Ospedale degli Italiani, coordinate dalla Falvella, si sono  svolte la conferenza e la visita inaugurale della mostra. Sono intervenuti per i saluti ufficiali l’ambasciatore d’Italia S. E. Mauro Marsili e la direttrice dell’Istituto Marialuisa Pappalardo. La conferenza entrava nel vivo col prof. De Angelis che trattava  di ”Galileo Galilei: genio e innovazione”, seguito Rodrigo Da Costa, Direttore esecutivo dell’EU, l’Agenzia per il Programma Spaziale Europeo (EUSPA), che illustrava il programma “EUSPA e la costellazione europea Galileo”. Un eccellenza nella geolocalizzazione oggi assurta a livelli eccezionali coi suoi 30 satelliti che possono individuare un punto sulla terra con un “errore” di 10 cm. E appunto quest’anno dedicato a Galileo, è stata l’occasione per ricordare il grande Astronomo che insegnò Astronomia a Padova (dove si conserva tra l’altro la sua cattedra).

Il Giovilabio

Galileo col suo cannocchiale osservò lungamente Giove e i suoi satelliti; questi studi e relativi  grafici, furono dopo la sua morte contenuti in un “Giovilabio” di autore ignoto, (strumento riprodotto da Dresti) ritrovato nella collezione del Card. Leopoldo De Medici e conservato nel Museo Galileo di Firenze. Il Giovilabio  è stato citato dal De Angelis nel suo intervento e illustrato poi dallo stesso autore visitando la mostra. Era uno strumento in grado di calcolare con precisione la longitudine di un luogo una volta nota l’ora locale. Un precursore dei moderni geolocalizzatori satellitari, indispensabili oggi per l’attuale navigazione. E la rete satellitare europea (illustrata dal Rodrigo Da Costa) fornitrice di innumerevoli dati utili per svariati servizi, porta il nome dell’illustre scienziato italiano.

Vigezzo e Praga, un legame secolare

     A distanza di qualche secolo, quindi un vigezzino ha portato lustro nella “Città d’oro”.  Prima di lui diversi conterrazzani emigrarono nel secolo di Galileo in quelle lontane terre. E con loro portarono riferimenti di fede, quale legame con la terra natia. Un segno emblematico ne è l’immagine della Madonna di Re sulla facciata del palazzo  Wallenstein,  dal 1996 sede del Senato della Repubblica. Un’immagine che riporta il cartiglio con la frase tanto cara ai vigezzini: "in gremio matris sedet sapientia patris" e poco sotto, quello che più sorprende: "ritrato dela imagine miracolosa madonna madre in valle de Vigezzo".

  In attesa di una permanente

  Dresti ritornato a Craveggia attende ora la sistemazione di alcuni ambienti comunali presso l’ex Orfanatrofio Guglielmi, dove è previsto l’allestimento permanente della sua collezione di strumenti astronomici, frutto di un trentennio di appassionato ed intelligente operato. In questi spazi (che nella scorsa estate hanno ospitato la mostra sull’Architetto Giovanni Greppi) oltre al Giovilabio saranno esposti una sessantina di sue riproduzioni tra cui spiccherà l’astrario di Giovanni Dondi. Un capolavoro già esposto al castello visconteo di Pavia, al Poldi Pezzoli di Milano, ultimamente a Domodossola ed oggetto di diverse conferenze tematiche. Quando realizzata questa mostra sarà uno dei punti di eccellenza nel settore e sicuramente per visitarla, verranno in Val Vigezzo personaggi importanti del campo dell’Astronomia e della misurazione del tempo.

G. Bonzani

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