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VERBANIA – 14.07.2016 – La tensione resta alta

e una soluzione all’orizzonte non c’è. Il clima non è sereno all’interno della casa di risposo Maurizio Muller di Verbania, dove ormai la contrapposizione tra il presidente Massimo Maspoli e la maggioranza del consiglio di amministrazione è evidente. I malumori interni fatti trapelare – peraltro mai apertamente, ma solo con note stampa di annunci e mezze notizie – dal Movimento 5 stelle e che hanno portato 4 membri su 6 (uno contrario, uno astenuto) a esprimersi per la sfiducia, si sono confermati lunedì, giorno in cui Maspoli ha convocato il cda. Alla vigilia dell’incontro i consiglieri “frondisti” hanno mandato a loro volta una convocazione con un diverso orario e ordine del giorno, alla quale il presidente ha risposto spiegando che questa possibilità (come peraltro la sfiducia) non è prevista dallo Statuto. Alla fine l’incontro s’è tenuto con l’ordine del giorno originale e, in chiusura, i punti proposti dal consiglio sono stati respinti dal presidente, che ha rimandato tutto a una prossima riunione.

I rapporti, insomma, sono molto difficili. La sfiducia a Maspoli è stata votata da Concetto Drago, rappresentante del M5S e colui che più di tutto s’è esposto, da Maurizio Oldrini, Bruna Togni e Maria Rita Rotondi, con un astenuto (l’ex presidente Ennio Calegari) e un contrario, Ettore Perelli Cippo.