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profughi pranzo
VERBANIA – 14.07.2016 – I profughi aumenteranno

e dovranno trovare spazio in altri comuni che oggi non li ospitano. È questo il messaggio che giunge da Villa Taranto. La prefettura ha annunciato l’imminente pubblicazione di un bando per 200 posti che sarà assegnato entro settembre e che porterà a circa 730 la capienza del Vco. Attualmente i richiedenti asilo sono 518, suddivisi in 10 comuni. La concentrazione maggiore è a Omegna (153), seguita da Verbania (121), Domo (78), Arizzano (63), Craveggia (34), Villa (31), Vogogna (24), Cossogno (12), Gravellona (1) e Brovello Carpugnino (1). Eccettuate queste ultime due realtà – che sfruttano famiglie e appartamenti – tutti sono alloggiati in grandi strutture: ex istituti religiosi, scuole in disuso, locali convertiti all’occorrenza.

L’idea del prefetto Iginio Olita, che da viceprefetto a Verona s’è occupato proprio di accoglienza e immigrazione, è quella di estendere la rete agli altri comuni sfruttando, se non ci sono grandi strutture, appartamenti da prendere in affitto a cura delle cooperative assegnatarie. Del resto i numeri richiedono una nuova strategia. L’anno scorso i profughi erano circa 280, oggi sono 518 e altri 12 sono annunciati da Torino come pronti a arrivare nei prossimi giorni. I margini per ampliare le convenzioni esistenti sono dunque minimi, per non dire inesistenti.

Questo annuncio di nuovi luoghi di accoglienza è foriero di polemiche. Già diversi sindaci hanno preso posizione contro nuovi arrivi, dichiarando l’indisponibilità di strutture proprie. Ma l’opportunità di affittare singoli appartamenti sfugge al controllo delle amministrazioni comunali, che nulla possono nemmeno contro la prefettura. Vista dal punto di vista di Villa Taranto, la questione è molto semplice: il governo centrale dispone e si cerca di intervenire – l’obiettivo primario è concordare il più possibile con il territorio – per soddisfare le richieste di una situazione che è nata come emergenza, ma che ormai è una pratica le cui dimensioni sono destinate a aumentare.