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VERBANIA - 15-11-2024 -- Il giudice non ha creduto appieno alla sua versione, ma l’ha assolto per la lieve tenuità del fatto. A un posto di controllo stradale piazzato dai carabinieri a Cannobio il 12 aprile del 2022, i militari notarono un’automobile che compiva una manovra azzardata, l’inversione a “u” in un punto in cui era vietata. La fermarono e, all’interno, trovarono tre uomini di origine magrebina, stranieri in Italia. Il conducente e proprietario della vettura mostrò loro i documenti, che il passeggero accomodato nel sedile posteriore non aveva con sé. Colui che gli sedeva accanto venne trovato in possesso di un taglierino, per il quale non fornì sul posto una spiegazione convincente. Fu così che venne denunciato a piede libero per il possesso ingiustificato di un oggetto atto a offendere. Raggiunto da decreto penale di condanna, s’è opposto e, in aula, al giudice ha spiegato una versione differente da quella riferita, anche dai suoi compagni di viaggio. Ha detto, cioè, che quel giorno stava andando a lavorare insieme al guidatore del mezzo, che l’aveva ingaggiato per alcune opere edili, e all’altro connazionale. Non avevano firmato alcun contratto, ma avrebbero dovuto cominciare sul cantiere quel giorno stesso, come se fosse un periodo di prova, prima di regolarizzare la loro posizione. È per questo, per il timore di passare dei guai come lavoratori in nero, che tacque. La spiegazione non ha convinto il pm Maria Portalupi, che ha chiesto la condanna, né pienamente nemmeno il giudice, che l’ha assolto con la formula della lieve tenuità.