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PIEMONTE - 20-11-2024 -- Bene le industrie alimentari e chimiche. Benino le meccaniche. In positivo le province di Cuneo e del VCO; seguite da Novara, Alessandria e Vercelli ; in negativo Torino, Asti e Biella. Questa l'istantanea che emerge dalla 212ma indagine congiunturale sull’industria manifatturiera, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre e novembre con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2024 e ha coinvolto 1.876 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 100.319 addetti e un valore pari a circa 66 miliardi di euro di fatturato.

Nel III trimestre 2024 l’attività economica in Italia ha subìto un rallentamento rispetto ai primi sei mesi dell’anno, segnando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei e alla media dell’area euro: il Prodotto interno lordo nazionale ha registrato, infatti, una variazione congiunturale nulla, a fronte della progressione dello 0,4% messa a segno dall’area euro. Nella media del III trimestre 2024, inoltre, il livello della produzione industriale è calato dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti.
In questo contesto, anche il comparto manifatturiero regionale conferma le difficoltà registrate già nella prima parte dell’anno; complessivamente nel periodo luglio-settembre 2024 la produzione industriale regionale ha registrato una flessione dello 0,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. "La nostra regione sta cambiando pelle: dobbiamo tenerne conto nella programmazione politica ed economica. Le criticità geopolitiche su più fronti e il rallentamento della domanda globale incidono negativamente sulla competitività delle imprese piemontesi, soprattutto quelle più esposte ai mercati esteri. Per far crescere gli investimenti e la capacità produttiva, nel bel mezzo di una fase di decarbonizzazione dell'economia, dobbiamo continuare a puntare sulla semplificazione burocratica, il potenziamento della rete infrastrutturale e il reskilling del personale. Il tutto unito ad una spinta innovativa" commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

La flessione della produzione industriale si accompagna ai cali registrati dagli altri indicatori congiunturali. Il fatturato totale diminuisce dell’1,5% rispetto al periodo luglio-settembre 2023, gli ordinativi scontano un decremento tendenziale di sette decimi di punto percentuale; in entrambi i casi è la componente interna a mostrare le criticità maggiori; la fase negativa non risparmia, però, nemmeno i mercati esteri.

Scendendo nel dettaglio dei settori di attività, nel III trimestre 2024 le industrie tessili e dell’abbigliamento e quelle dei mezzi di trasporto registrano i risultati peggiori, scontando un calo dei livelli produttivi rispettivamente del 5,6% e 4,4%, a conferma della tendenza rilevata nel periodo aprile-giugno 2024. Per il secondo trimestre consecutivo, il comparto alimentare evidenzia la dinamica migliore, con una crescita del 3,4% rispetto al III trimestre 2023. Le industrie elettriche ed elettroniche invertono la tendenza dei primi due trimestri dell’anno, mettendo a segno un aumento dei livelli produttivi del 2,3%, mentre lo sviluppo dell’1,6% registrato dalle industrie chimiche e delle materie plastiche segue i buoni risultati dei primi sei mesi dell’anno. I livelli produttivi delle industrie meccaniche (+0,2%) e del legno/mobile (+0,0%) sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al periodo luglio-settembre 2023, mentre i metalli (-3,5%) scontano un calo di intensità superiore a quello medio regionale.
Per il secondo trimestre consecutivo è il tessuto manifatturiero cuneese, sostenuto principalmente dal comparto alimentare, a registrare, tra le province piemontesi, il risultato migliore, con una progressione dei livelli produttivi dell’1,8% rispetto al periodo luglio-settembre 2023. Segue il Verbano Cusio Ossola, che registra un incremento tendenziale della produzione industriale dell’1,5%, grazie all’ottima performance messa a segno dalla metalmeccanica. Superiore al punto percentuale anche la crescita registrata dalle industrie manifatturiere delle province di Alessandria (+1,2%) e Novara (+1,2%), sostenute in entrambi i casi dalle buone performance evidenziate dal comparto della chimica/plastica e, per l’alessandrino, dalla gioielleria.
Vercelli registra una variazione tendenziale della produzione industriale positiva per due decimi di punto percentuale, frutto di dinamiche settoriali fortemente eterogenee.

I FABBISOGNI INFRASTRUTTURALI E LOGISTICI

Il territorio nazionale continua a rappresentare da un lato il principale mercato di approvvigionamento di merci e materie prime delle imprese manifatturiere piemontesi, con un’incidenza dell’89,1%, dall’altro la principale area di destinazione dei prodotti, con una quota dell’88,7%.
Il trasporto stradale rappresenta ancora la principale modalità utilizzata per la distribuzione e la vendita dei prodotti, seguito dal trasporti combinati strada-aereo e strada-mare. Si registra un aumento, rispetto al 2022, delle imprese che annoverano il trasporto ferroviario tra le modalità privilegiate.
Per il 37% delle imprese manifatturiere intervistate la rete infrastrutturale complessiva del territorio in cui si inserisce l’azienda è buona/ottima, per poco meno di un’impresa su due è sufficiente, mentre il 15% la giudica molto carente/insufficiente.
Tra gli interventi ritenuti più urgenti per migliorare l'accessibilità del territorio le imprese manifatturiere piemontesi individuano il completamento in tempi rapidi degli interventi in corso e il miglioramento dell’accessibilità ai centri urbani.