VCO - 21-11-2024 -- Si sono rivolti al ministro della Salute, al viceministro, ai presidenti di Regione e Provincia, all'assessore regionale alla Salute, a tutti i sindaci del VCO. L'intero consiglio dell'ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri del VCO, aperto dal presidente Antonio Lillo insieme a rappresentanti sindacali e a decine di medici, che firmano confermando la loro adesione all'appello di rivedere il piano sanitario per il VCO, accantonando la ristrutturazione da 200 milioni di euro dei due ospedali e puntando sul nuovo ospedale unico. "Serve un radicale cambio di rotta", dicono. Ed è l'ultima chiamata - ritengono - per poter provare ad avere un ospedale moderno ed efficace.
Il documento dell'Ordine dei medici chiude con le stesse parole che già i rappresentanti usarono, nel 2022 quando fu ufficialmente loro chiesto un parere in Regione: "Siamo fortemente convinti che solo un ospedale Nuovo, Unico e Centrale sia la risposta etica, deontologica, appropriata ed efficace ai bisogni di salute della nostra comunità per una sanità nel nostro territorio che rispetti l’articolo 32 della Costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Appello su “Riorganizzazione Ospedaliera nel Verbano-Cusio Ossola”
Gentili rappresentanti,
l’Ordine dei Medici e Chirurghi del Verbano-Cusio Ossola, in qualità di organo sussidiario dello Stato si rivolge a voi con urgenza per ribadire con fermezza la necessità di un radicale
“cambio di rotta” nella riorganizzazione ospedaliera e della sanità nel nostro territorio.
È fondamentale che la voce dei professionisti della salute venga ascoltata in un contesto ed in momento così delicato.
Se non si prende atto di questa realtà e non si infonde fiducia, speranza e entusiasmo con
atti concreti non solo “I medici non hanno futuro, ma la sanità non ha futuro senza i
medici”.
Le scelte politiche regionali intraprese, nonostante gli indirizzi locali sollecitati dagli addetti
ai lavori e nonostante le indicazioni della maggioranza dei sindaci della provincia, puntano
a interventi superficiali su strutture obsolete, creando gerarchie inadeguate che non
affrontano le reali esigenze del territorio.
Questo approccio non solo è insostenibile, ma potrebbe trasformarsi in un lungo incubo di
lavori in corso, aggravando ulteriormente le difficoltà che oggi gli operatori affrontano per
garantire, nonostante tutto, una qualità delle prestazioni sanitarie.
Chiediamo una revisione seria e integrata della rete ospedaliera, promuovendo una vera organizzazione delle cure primarie e dell’emergenza.
È imperativo valorizzare le risorse locali e favorire modelli di cooperazione tra professionisti e comunità.
La creazione di un nuovo ospedale, moderno e flessibile, è essenziale per garantire un’assistenza efficiente e di qualità. Solo così potremo affrontare le sfide future, dotando la nostra sanità delle tecnologie necessarie e ponendo il paziente al centro del nostro operato.
È tempo di prendere decisioni difficili ma necessarie per garantire il diritto alla salute dei cittadini del VCO. Ogni medico chiede un impegno serio per il futuro della nostra sanità pubblica. Non possiamo permettere che la situazione attuale continui a deteriorarsi.
In allegato, a questo nostro appello, ci permettiamo di ricordare che:
1) già nel 2019 è stato presentato un appello alle autorità regionali attraverso un’analisi tecnica dalla maggior parte degli operatori sanitari del territorio, così articolata:
“sul tema del Nuovo Ospedale, come noto, la Regione si pronuncerà a titolo definitivo entro il mese di ottobre.
Noi lo affronteremo da un punto di vista prettamente tecnico, senza riferimenti politici di sorta, convinti come siamo che si tratti di un’opera indispensabile per il VCO.
E’ nostra intenzione divulgare questo sunto in primo luogo alla popolazione del VCO, ma anche all’Autorità regionale competente sul tema.
Le motivazioni sono tante ed è difficile riassumerle in poche righe pertanto in estrema sintesi:
a) I due Ospedali di Domo e Verbania (il COQ di Omegna fa e dovrà fare storia a sé) sono vecchi, dotati di impianti ed infrastrutture che richiedono continui interventi di manutenzione, riparazione o ristrutturazione, onde mantenere una efficienza accettabile. Nonostante questi
sforzi non si raggiungono gli standard di qualità di un Ospedale moderno, e con costi di gestione elevati, trattandosi due strutture indipendenti.
b) Il Personale Sanitario (Medici, Infermieri e Tecnici) è carente e le proiezioni future fanno presagire, con i nuovi pensionamenti, difficoltà ancora maggiori di quelle odierne. Ricordiamo che molti concorsi per assunzione sono andati deserti e che i DEA, le Rianimazioni etc, funzionano grazie ad un numero elevato di “gettonisti” cioè di Personale
Sanitario pagato a prestazione (notti ad esempio) il cui costo grava pesantemente sul bilancio dell’ASL. (I gettonisti costano di più di Sanitari regolarmente assunti e per la loro
presenza spot, non sono integrati nei Reparti come i Colleghi in regolare servizio)
c) I due nosocomi sono accomunati nella dizione puramente teorica di “Ospedale Unico Plurisede”, ma di fatto si tratta di due Ospedali a tutti gli effetti, con doppioni di Servizi e
Reparti, Primariati a scavalco o di Strutture con attività e servizi su due sedi (DEA, Chirurgia, Anestesia/Rianimazione, Cardiologia/UTIC, Pediatria, Ostetricia, Nefrologia/Dialisi,
Oncologia, Laboratorio analisi, Radiologia; Serv.Trasfusionale); altri Reparti o Servizi ubicati
solo in una sola sede (a Domo: Neurologia, Oculistica, Urologia, ORL; a VB: Malattie Infettive, Psichiatria, Anatomia Patologica, Radioterapia). A causa della distanza (40 km
circa) tra le 2 sedi, buona parte del tempo lavoro degli Operatori si “perde” negli spostamenti dall’una all’altra. Inoltre i Reparti sono duplicati ma con organici dimezzati rispetto alle necessità organizzative legate alle emergenze ed urgenze. Pazienti che giungono in uno dei due DEA ed hanno di bisogno della consulenza urgente di uno Specialista ubicato presso l’altra sede, devono essere la trasferiti in ambulanza. Dotare entrambi gli Ospedali di attrezzature e strumentazioni all’avanguardia, come lecito pretendere per una Sanità moderna ed efficiente, è evidentemente molto problematico. La tecnologia progredisce molto rapidamente e le strumentazioni diagnostiche che fanno la differenza, in poco tempo
“invecchiano” e vanno sottoposte ad interventi di revisione se non del tutto sostituite. Infatti le TAC e le Risonanze Magnetiche di nuova generazione, che saranno sempre più integrate con l’intelligenza artificiale, consentendo diagnosi sempre più precise e tempi più rapidi, hanno costi elevati, per cui è impensabile che si possano acquistare per tutti e due gli Ospedali attuali o futuri! In sostanza è del
tutto illusorio che si possano mantenere ben organizzati e opportunamente attrezzati due Ospedali nel nostro Territorio.
d) Una soluzione potrebbe essere quella di mantenerne uno dei due adeguatamente attrezzato e l’altro ad un livello nettamente inferiore, il cosiddetto ospedale giustificato da
“sede disagiata”. Questo temiamo sarà l’inevitabile finale dell’annosa storia, se non se ne costruisce uno nuovo. Anche perché, come detto sopra, pensare di “ammodernare” in modo
adeguato uno a caso dei due esistenti è utopia data la loro “cronica senescenza”. Oggi parteggiare per Verbania o Domodossola è puro e campanilismo o ….. egoismo. Un unico
Ospedale, ma di qualità, in grado di affrontare con la dovuta sicurezza e competenza i problemi di salute della maggior parte della popolazione del VCO è la sola soluzione logica.
Buon senso vuole che sia ubicato in un area centrale nel territorio, collegata con le principali vie di comunicazione, mediamente raggiungibile dalla maggior parte della popolazione del territorio. Ma questa scelta è compito della Politica (intesa nella vera essenza del termine), non nostro.
e) Comprendiamo che per Verbanesi e Domesi sia difficile accettare di vedere la propria Struttura di riferimento allontanarsi di qualche chilometro rispetto alla posizione attuale. La questione non va posta in termini di distanza, ma e lo ribadiamo con forza, in termini di sicurezza e qualità delle cure. E’ probabile che Professionisti di valore (Chirurghi etc.) siano attratti da un Ospedale moderno, ben attrezzato, nel quale troverebbero tutto ciò di cui
abbisognano, senza doversi spostare da l’uno all’altro per operare o per ricevere i risultati delle indagini diagnostiche. Ed è verosimile che anche la mobilità passiva, cioè il costo a carico dell’ASL per Pazienti che si fanno curare altrove (che è uno dei problemi attuali) possa
essere contenuta, liberando così maggiori risorse per l’acquisto di attrezzature etc.
f) Ci sembra paradossale che a fronte della possibilità di avere un Ospedale Nuovo, moderno, attrezzato, e già finanziato (!), con costi di gestione inferiori alla somma dei due
attuali e quindi con maggiore disponibilità per investimenti futuri, si debba ancora dibattere
sul tema. Ma tant’è.
Conclusioni:
Per le ragioni suddette ci auguriamo che i Cittadini del VCO, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, comprendano e condividano questo nostro messaggio. Certo per i
“Verbanesi” ed i “Domesi” potrà essere un poco più scomodo non trovare l’Ospedale sotto casa, ma a tutto vantaggio di una sicurezza e di un livello di cure superiori.
Il Nuovo Ospedale non sarà una Cattedrale nel deserto, che è una delle critiche sostenute da coloro che ne disapprovano la realizzazione. Siamo consapevoli della necessità che sia
garantita un’Assistenza Sanitaria, razionalmente distribuita sul Territorio in appositi centri (Case della Salute o quant’altro), in grado di provvedere alla diagnostica di base, ad esempio prelievi di sangue, radiografie, ecografie, ECG, ma anche alle necessità terapeutiche per
tutte le condizioni sanitarie che non richiedano ospedalizzazione.
In sostanza il progetto complessivo dovrà comprendere anche un adeguata (ri)organizzazione della Medicina Territoriale, che però sottolineiamo, sarebbe comunque ugualmente necessaria anche per due o più Ospedali, onde soddisfare le esigenze dei
Pazienti ed evitare l’inappropriato sovraffollamento del DEA/Pronto Soccorso e degli Ambulatori.
E’ l’ultima opportunità che abbiamo di dotarci di un Ospedale Nuovo, vediamo di non perderla e di non condannarci per il futuro ad una sanità di serie B o alla necessità di migrare in altre Province o Regioni per trovare le soluzioni ai problemi di salute.
Invieremo questo appello alla Regione con la speranza, ma anche la convinzione, che venga accolto”.
2) Nel 2021 è stato presentato lo studio dell’Istituto di Ricerche Economico Sociali (I.R.E.S)
Piemonte e la tabella in base ai criteri è significativa per un ragionevole orientamento verso l’Ospedale Unico (allegano tabella ndr).
3) La Conferenza dei Sindaci del 1 luglio 2022,dopo aver ascoltato la relazione della
Direzione Generale circa l’ipotesi di riorganizzazione sanitaria ospedaliera, ha approvata a
maggioranza l’IPOTESI 2 con Presidio Ospedaliero Unico, tenuto conto che, per le sue
caratteristiche, esso sarebbe costruito in un sito extraurbano, anche al fine di garantire le
dimensioni della Prossimità e della Presa in carico, sarebbe necessario prevedere in sede
urbana (Verbania e Domodossola) la presenza di alcune attività attualmente garantite all’interno dei Presidi Ospedalieri esistenti e decentrabili in virtù del ridotto grado di complessità delle prestazioni e di quello di maggior diffusione del bisogno.
Siamo fortemente convinti che solo un ospedale Nuovo, Unico e Centrale sia la risposta etica, deontologica, appropriata ed efficace ai bisogni di salute della nostra comunità per una sanità nel nostro territorio che rispetti l’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Confidiamo nella vostra determinazione per un cambiamento significativo.
Questo nostro corale appello è convintamente sostenuto dalle associazioni sindacali di categoria e da tanti colleghi che operano con professionalità, dedizione e abnegazione.