VERBANIA - 27-11-2024 -- Le cartelle sono state annullate e il contribuente, che aveva ricorso contro l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, sarà risarcito di 1.500 euro. È un caso di cieca burocrazia ed errori ripetuti quello che denuncia Federconsumatori di Verbania. A fianco di un cusiano oggi 57enne, l’associazione ha sostenuto una battaglia per il diritto dell’utente a non essere vessato. Nel 2006, quasi vent’anni fa, l’uomo -dipendente pubblico del Mef- viene raggiunto da cartelle esattoriali per 36.0000 euro. Nel 2009 subisce il pignoramento in busta paga che porta all’Agenzia 206 euro al mese fino al mese scorso. Nel febbraio del 2019, tuttavia, è nuovamente intimato da Ader a pagare 25.000 euro che, scopre, sono riconducibili ai debiti pregressi. Contesta la somma ma l’Agenzia resiste, ammettendo l’errore solo quando è stato depositato ricorso. Nel settembre del 2023 il contribuente si reca negli uffici di Fondotoce dell’Agenzia e scopre casualmente che ha a suo carico un debito di 20.000 euro risalente al 2005. Un debito che, ancora una volta, è riconducibile alle vecchie pendenze già affrontate e risolte, con un’aggravante, cioè che la somma non risulta versata con il pignoramento di parte dello stipendio. L’Agenzia scarica le colpe sul datore di lavoro, mentre il contribuente ricorre nuovamente contro l’intimazione, risalente al maggio scorso, al pagamento delle vecchie cartelle esattoriali. L’ennesimo ricorso lo risolve la Commissione tributaria provinciale, che addebita all’Ader l’errore -l’Agenzia aveva cambiato l’Iban e non l’aveva comunicato al datore di lavoro- e la condanna a risarcire il contribuente che, ora, sempre assistito da Federconsumatori, annuncia risvolti penali avendo sporto querela contro l’ente.