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ROMA - 01-12-2024 -- La riforma dei frontalieri annunciata da quasi un decennio è arrivata ed è già in vigore, ma necessita di alcuni aggiustamenti. Ci sono ancora aspetti da chiarire nei rinnovati accordi internazionali tra Italia e Svizzera riguardo al trattamento fiscale (e non solo) cui sono sottoposti i cittadini italiani che lavorano oltreconfine. Ne ha parlato ieri a Roma una delegazione rossocrociata che, in visita al governo Meloni, ha trattato il tema. Per la parte elvetica era presente il responsabile del Dipartimento federale degli Esteri, Ignazio Cassis, insieme a una delegazione del Cantone Ticino con, in testa, il presidente del governo Christian Vitta e quello del Gran consiglio Michele Guerra. Al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti gli svizzeri hanno parlato dei temi da chiarire, a iniziare dallo status di vecchio e nuovo frontaliere anche rispetto al numero, allargato, dei comuni di confine.

S’è poi discusso della richiesta italiana di avere accesso alle banche dati svizzere per effettuare controlli e della possibilità che i lavoratori di confine debbano pagare l tassa sulla sanità che, introdotta con la Finanziaria dell’anno scorso, è facoltà delle Regioni istituire. Si tratta di un balzello extra pensato per finanziare il mantenimento della sanità di confine e per contenere la fuga verso la Confederazione del personale sanitario, attratto dai salari migliori.