IVREA – 18.07.2016 – Ivrea come Verbania,
Olivetti come Montefibre. Sono le morti d’amianto il comune denominatore tra le due ex realtà industriali piemontesi. Una comunanza da oggi più salda, perché nella città eporediese è andato a sentenza il primo processo Olivetti per le vittime delle malattie professionali contratte con l’inalazione d’amianto. Una sentenza pesante, sia per le pene comminate, sia per i destinatari. Cinque anni e due mesi all’imprenditore Carlo De Bendetti (nella foto) e al fratello Franco, un anno e undici mesi all’ex ministro Corrado Passera (negli anni ‘90 manager della società), con altre dieci condanne sono le pene fissate in primo grado – la difesa ha già annunciato appello – per i reati di lesioni aggravate e omicidio colposo. A pronunciare la sentenza è stata un giudice che ha altre analogie con Verbania, Elena Stoppini, che da magistrato in servizio sul Lago Maggiore si occupò proprio del caso Montefibre, istruito dal sostituto procuratore Nicola Mezzina in più filoni e in parte già chiuso con sentenze definitive.
A Ivrea si discuteva della presenza dell’amianto negli stabilimenti Olivetti che, tra la fine degli anni ’70 e ’90, ha causato tredici morti. Il giudice, che ha trasmesso gli atti alla Procura per nuovi casi da approfondire, ha anche stabilito risarcimenti per circa 2 milioni di euro alle famiglie delle vittime, di cui 700.000 come provvisionale.