VERBANIA - 06-12-2024 -- Quell’incrocio di sguardi e il sorriso beffardo non furono una minaccia. Dalle liti di vicinato divenute faida a una lunga querelle giudiziaria il passo è breve. Lo sanno due anziane donne di un paese dell’Ossola, i cui rapporti sono da tempo molto tesi, con denunce dell’una nei confronti dell’altra e alcuni procedimenti penali aperti, anche nell’ipotesi di stalking. All’interno di questa diatriba si inserisce il processo per minacce che il giudice di pace di Verbania oggi ha chiuso con un’assoluzione. La minaccia che contestava la Procura ma che il magistrato onorario ha ritenuto insussistente consisteva in uno sguardo fisso, con sogghigno e sbeffeggiamento, rivolto dall’imputata alla parte civile e alla sorella di lei, lanciato da un abitacolo all’altro delle vetture delle rispettive parti, incrociatesi nella stretta via che è accesso comune alle abitazioni. Per il pm tale comportamento andava sanzionato con 200 euro di multa, ma ha prevalso la linea della difesa, secondo cui non basta un sorriso, ancorché ghigno beffardo, a incutere timore a chicchessia, se non accompagnato almeno da parole o da gesti minatori.