VERBANIA - 19-12-2024 -- Delle 150 aziende individuate dall'advisor Versus incaricato da Barry Callebaut di trovare un acquirente per lo stabilimento di Intra, 136 sono quelle che l'azienda ritiene degne di interlocuzione. Tra queste, si spera, dovrà trovarsi un acquirente. Ma la corsa è a ostacoli. A giugno la fabbrica di cioccolato chiuderà e la multinazionale vuole che l'acquirente non sia un concorrente. Poco tempo e no ai competitor, due fattori di un'equazione che tende all'impossibile. Sono i punti sui quali l'azione del territorio, della parti politiche e sociali dovranno agire.
Con un ordine del giorno votato all'unanimità, s'è concluso dopo tre ore di dibattito il Consiglio comunale aperto che la città di Verbania ha dedicato, mercoledì sera, a Barry Callebaut. L'impegno a riaffermare la destinazione produttiva dell'area di Intra per evitare speculazioni e la richiesta all'azienda di allargare la rosa dei possibili acquirenti anche ad aziende potenzialmente concorrenti, i punti centrali del documento.
La solidarietà ai lavoratori (molti quelli presenti nella platea del Maggiore), dovuta, necessaria il messaggio a premessa di ciascuno degli intervenuti, dal presidente della Provincia Alessandro Lana al sottosegretario regionale Alberto Preioni. Al sindaco Giandomenico Albertella, il compito di riassumere le tappe di una vicenda, cominciata "inaspettatamente" il 5 settembre scorso, quando ai lavoratori giunge la lettera che annuncia la chiusura dello stabilimento entro i primi tre mesi dell'anno. Un cammino fatto di incontri, dei due tavoli al ministero a Roma, convocati nonostante non vi fossero i numeri per aprire il tavolo ministeriale; e quelli in Regione, con la multinazionale disposta a conceder ben poco, tanto più che andrà a chiudere una fabbrica in attivo, con una produzione in costante crescita. Due massi, li ha definiti così Giandomenico Albertella, i vincoli (tempo e attività dell'acquirente) posti da Barry Callebaut alla vendita dello stabilimento. A portare notizia degli ultimi sviluppi con l'advisor è stata, in collegamento da Torino la vicepresidente della Regione Elena Chiorino, che, nel ruolo di mediatore, aveva chiesto di differire il consiglio comunale aperto proprio per non "impermalosire" la multinazionale laddove "una parola di troppo può diventare un danno per i lavoratori". È lei che ha portato notizia della rosa delle 136 aziende tra le quali Versus cercherà il possibile acquirente. Ma quale produzione potrebbe insediarsi nella fabbrica di cioccolato se non un competitor? Chiorino ha portato alcuni esempi: dalla produzione di integratori, alle bevande, ai cosmetici.
Non regna tuttavia un grande ottimismo, se Chiorino ha detto che da gennaio sarebbe il caso di cominciare ad aprire tavoli sugli ammortizzatori sociali l'allarme è chiaro: "Non vogliamo parlare di ammortizzatori sociali, ma di lavoro", le ha fatto eco Emilio Capacchione di Fia Cisl.
Diversi gli interventi, oltre ai già citati; c'è stato il racconto del rappresentante dei lavoratori, Alberto Spadone; le considerazioni dei sindacalisti di Cisl Elena Ugazio, segretaria generale per Novara e VCO; del segretario regionale Luca Caretti. E poi Gigi Bacchetta per Cgil e Roberto Vittorio per Uil. É stato infine il turno dei capigruppo in Consiglio Comunale dove, nonostante le diversità anche nell'approccio alla questione, il voto favorevole all'ordine del giorno non è stato in discussione.
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