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MOCOGNA- 22-12-2024-- Dai miei diari di montagna questa risulta la decima salita alla Cima Lariè, quindi dovrei brindare, cosa che nel nostro allegro gruppo avviene già spesso. Brindare non tanto al numero dieci quanto al coraggio di noi anziani di provarci ancora.

Perché si tratta di un’escursione lunga e faticosa, anche se il nostro decano, che ha quattro anni più di me, oggi mi è stato sempre davanti, e di molto, senza fare una piega. Mi ispirerò a lui per tentare, fra pochi anni, l’undicesima salita.

GITA N. 173 O 24 – CIMA LARIE'

DICEMBRE 2024

Dislivello: 1390 m. Tempo totale: 6 h 10’. Sviluppo: 12 km.

Anche oggi una giornata stupenda, fresca ma senza il vento che, a queste quote e d’inverno, ti dà sempre il colpo di grazia. Lo schema oggi è il tre – quattro – due, cioè tre badanti, quattro anziani generici e due medici. Dopo la buona forma della settimana scorsa al Monte Mater, contavo su un decente grado d’allenamento per fare un po’ meno fatica. Ma di fatica ne ho fatta perché l’escursione, sia pure con pendenze meno inclementi di quelle del Mater, è molto lunga.

Ci troviamo a Mocogna, nel parcheggio sulle rive del torrente Bogna, e proseguiamo per Monteossolano, frazione di Domodossola a quota 784. Attraversiamo il paese e, dopo le ultime case ed un tornante, abbandoniamo la strada per l’Alpe Pertus ed imbocchiamo sulla destra l'evidente sentiero per l’Alpe Reso, 1226, dove arriviamo dopo poco più di un’ora di cammino tranquillo.

Lunga pausa per guardarci un po’ in giro ed ammirare il panorama su Domodossola, che gli amici di Verbania chiamano ironicamente Alpe Domo, mentre noi chiamiamo “pozza” il loro lago. I bontemponi trovano anche modo di improvvisare un presepe vivente con Gesù Bambino, Maria, il bue e l’asinello. Poco sopra si entra nel bel bosco di faggi.

Sempre lungo il sentiero D04, evidente e ben segnato, si raggiunge l'Alpe Spino, 1550, con attenzione, che sarà raddoppiata in discesa, alle foglie in cui affondiamo quasi fino alle ginocchia (mezz’ora). Breve pausa e, fra le due baite dopo la fontana completamente gelata, si riprende a salire.

Ai faggi si sostituiscono gradualmente i larici e poi i prati in mezzo ai quali, “traversando” verso destra (oriente), arriviamo all'Alpe Campo, 1852 in tre quarti d’ora. C’è un po’ di neve qua e là, a seconda dell’esposizione del pendio. C’è più sole che a Spino e l’acqua della fontana scorre libera, come fosse già primavera.

Si decide, non all’unanimità, di non salire direttamente in vetta, ma di allungare il percorso, proseguendo verso oriente, per passare dalla grande croce, illuminata di notte, sulla dorsale fra Pizzo Crogna (altra croce non illuminata) e Cima Lariè. In breve, pestando un po’ di neve e passando dai prati ad un rado bosco di larici, siamo alla croce, quota 1900 circa.

Anche da qui il panorama su Domodossola e la piana dell’Ossola è da cartolina. Centocinquanta metri sotto di noi la croce di vetta del Pizzo Crogna, 1740. Nelle giornate limpide le due croci si vedono bene ad occhio nudo da alcune zone della città, la più alta anche di notte. Sempre sul sentiero D04 invertiamo decisamente la rotta verso nord ovest e, restando in prevalenza leggermente a sinistra del filo di cresta, arriviamo in tre quarti d’ora all’ometto di vetta della Cima Lariè, 2144.

Io, ben in coda al gruppo, attingo alle penultime riserve di energia e vengo, scherzosamente ma non troppo, sorretto dalla capo-badante e dal Direttore Tecnico negli ultimi metri pianeggianti. Breve meritato riposo mentre non si sa più cosa fotografare tanto il panorama è straordinario. Una coraggiosa ribellione alle idee prudenti della Direzione ci consente di scendere direttamente all’Alpe Campo con percorso diretto lungo una traccia ben contrassegnata da ometti, evitando di passare nuovamente dalla croce.

Dopo pranzo discesa prudente, nonostante una gara di tuffi nel bianco-verde con un solo partecipante, sul percorso di salita fino all’Alpe Reso (quasi un’ora). Qui, consigliati dalle anziane gambe un po’ stanche, optiamo per la pista gippabile che allunga un po’ il tragitto passando in prossimità dell’Alpe Pertus e ci riporta a Monteossolano in tre quarti d’ora.

In un bar di Mocogna programmiamo la gita dei festeggiamenti prenatalizi, che ci riserveranno le solite sorprese cariche di buonumore.

Gianpaolo Fabbri

20241212_104004.jpg20241212_095717.jpgIMG-20241212-WA0106.jpgIMG-20241212-WA0100.jpgIMG-20241212-WA0042.jpgIMG-20241212-WA0044.jpgIMG-20241212-WA0041.jpgIMG-20241212-WA0038.jpgIMG-20241212-WA0012.jpg20241212_130202.jpg20241212_082437.jpg20241212_115659.jpg20241212_183217.jpgIMG-20241212-WA0019.jpgIMG-20241212-WA0057.jpg