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VERBANIA - 26-12-2024 -- Ne mancano più di quanti sono in servizio. Supera il 50% il tasso di scopertura del personale degli uffici giudiziari di Verbania. Il dato, allarmante e che mette a rischio la garanzia del funzionamento del sistema giustizia in provincia, è stato sottolineato nei giorni scorsi dal presidente dell’Ordine degli avvocati, Paolo Ricci. In una nota prenatalizia diffusa ai colleghi, tra le varie questioni aperte ha fornito i numeri dell’emergenza personale ricevuti dagli uffici. Tra Tribunale, Unep (Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti) e giudice di pace – esclusa la Procura della Repubblica –, su 69 dipendenti previsti dalla pianta organica, ne sono presenti soltanto 31, a copertura del 45% del fabbisogno. Un numero calato con dicembre, perché due addetti hanno lasciato Verbania: uno per mobilità e l’altra per dimissioni avendo vinto un concorso in un altro ente pubblico.

Anche se la presenza, effettiva dall’estate, di sei assunti a tempo determinato per l’Ufficio del processo, ha alleviato la situazione, il quadro è preoccupante, soprattutto al giudice di pace dove, su otto figure previste, è in servizio solo un ausiliario e mancano funzionario giudiziario, cancelliere, assistente giudiziario, operatore giudiziario.

Non va troppo meglio all’Unep, dove sono assenti gli ufficiali giudiziari (4 i posti in pianta organica) e dove il lavoro è svolto da 3 funzionari (su 8) e 4 assistenti (su 6).

Per quanto riguarda il Tribunale, la carenza più grave è quella degli assistenti giudiziari e contabili, con 9 posti scoperti su 11; e dei cancellieri: 2 su 9 in servizio. “I numeri delle scoperture delle cancellerie degli altri Tribunali del distretto, oggetto di una ricerca che l’Unione Regionale sta per rendere pubblica, grossomodo si assomigliano (a parte il Tribunale di Torino che ha percentuali migliori) – scrive il presidente dell’Ordine degli avvocati – e ciò sta ad indicare, per quanto questo certo non basti a tranquillizzarci, come il problema non sia certamente solo del Tribunale di Verbania e, in realtà, nemmeno del nostro Distretto. Il Consiglio dell’Ordine, da un lato e per quanto in suo potere, sta continuando a cercare di favorire i contatti con le istituzioni perché sia possibile l’applicazione e l’ingresso di nuove figure a supporto di quelle esistenti, e dall’altro sta proseguendo nella sua attività di confronto e segnalazione dei disservizi e malfunzionamenti che gravano in particolare sulla nostra attività e che si chiede al Tribunale di superare, pur consapevoli dei limitati mezzi a disposizione”.