VERBANIA – 21.07.2016 – Il defibrillatore sportivo
è obbligatorio per legge. L’ultima proroga è scaduta e da ieri è entrato ufficialmente in vigore il cosiddetto “decreto Balduzzi”, varato nel 2012 dall’allora ministro della Salute e che, tra i vari articoli, ha introdotto una rilevante novità nel mondo sportivo dilettantistico, che riguarda qualcosa come 110.000 società e qualche milione di persone.
Riconoscendo nel Dae – il defibrillatore semiautomatico – un apparecchio salvavita indispensabile in caso di arresto cardiaco, la legge impone che durante lo svolgimento di ogni attività sportiva, agonistica o amatoriale, in gara o in allenamento, sia sempre presente un defibrillatore funzionante e un operatore abilitato a utilizzarlo. In piscina, in palestra, allo stadio, nel palazzetto, ma anche nelle palestre scolastiche, ogniqualvolta si svolge la pratica sportiva, devono essere soddisfatte queste norme. Sono esclusi gli sport a basso rischio cardiaco, come le bocce, il biliardo, il golf, la pesca sportiva, la caccia sportiva, gli sport di tiro, i giochi da tavolo e gli sport definiti “assimilabili”.
Al di là dell’obbligo generale, che non può essere aggirato, spetta poi a ogni singola federazione sportiva stabilire norme e regolamenti interni di applicazione. Già oggi alcune discipline impediscono la disputa di una gara se non sono presenti defibrillatore e personale abilitato.
Per le società è una piccola grande rivoluzione varata nel nome della prevenzione e della salute. Oltre a acquistare un apparecchio funzionante e certificato, dovranno formare dirigenti e allenatori all’uso.