DOMODOSSOLA-21-07-2016- Domenica 24 luglio sarà una data speciale per il “Treno dei Bimbi”: la festa del suo 50° compleanno. Non ha certo bisogno di presentazioni l’insolito villaggio turistico immerso nei boschi ad Osso di Croveo, ma forse non tutti ne conoscono la storia. Voluto da Padre Michelangelo Falcioni, originario di Cuzzego, che dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso venne chiamato a reggere la neonata Parrocchia della Cappuccina a Domodossola, vide la luce nell’estate del 1966 in circostanze che il termine “Provvidenza” riassume efficacemente. La Parrocchia aveva bisogno di un luogo per le vacanze dei numerosi figli di lavoratori frontalieri che le famiglie, in gran parte di origini calabresi, affidavano ai frati Cappuccini; per i bambini in situazioni difficili era stata realizzata a Domodossola la “Casa del Fanciullo”, oggi “C.a.s.a. Letizia Francescana”, una delle innumerevoli opere con cui Padre Michelangelo ha plasmato il volto di questo quartiere d’immigrati. Oggi, cambiate le esigenze, la struttura ospita migranti e profughi africani. Furono alcuni amici di Padre Michelangelo a individuare il terreno a Croveo; per qualche tempo i bambini erano stati portati in vacanza nella non lontana Cravegna. Il Cappuccino raccontava di avere avuto l’idea del futuro “Treno” leggendo un articolo sulla Domenica del Corriere, che parlava di tram dismessi. Pochi mesi dopo, durante una cerimonia pubblica, Padre Michelangelo si ritrovò fianco a fianco all’allora Ministro dei Trasporti, Oscar Luigi Scalfaro, che alla richiesta di aiuto del frate rispose con una battuta: «Potrei regalarle un treno!». Il frate lo prese sul serio: dopo qualche settimana, il 20 maggio 1966, ricevette in dono 5 carrozze in disuso, parcheggiate presso un’impresa di Castelfranco Veneto. Scalfaro si diede da fare anche per far giungere a Domodossola i vagoni: da qui, trasportati su camion, arrivarono a Osso di Croveo. Ancora oggi basta percorrere la tortuosa stradina che dal centro di Baceno si inerpica verso Goglio per rendersi conto di quanto sia stato miracoloso il viaggio di quei carri. Lo stesso Scalfaro, divenuto poi Capo dello Stato e rimasto amico di Padre Michelangelo per tutta la vita, raccontava come, in un momento di forti tensioni sociali e ideologiche, ferrovieri cattolici e comunisti, insieme, dedicassero le ferie ad allargare quel budello di stradina per far giungere i vagoni a destinazione: raccontava anche di un uomo d’affari fermato all’aeroporto di Milano da Padre Michelangelo mentre stava per partire in aereo, perché era l’unico a possedere i mezzi necessari al trasporto. Nel tempo il “miracolo” si è ripetuto più volte: oggi i vagoni, fra merci e passeggeri, sono 28; alcuni sono diventati camere da letto o sale da pranzo, altri ospitano mostre. Tutt’intorno, il bosco è costellato di piccoli parchi - giochi, angolini per picnic, un mini - zoo, un laghetto e varie altre attrattive, tra cui un campetto da calcio e uno da pallavolo. Al centro del villaggio si trova una cappella che, nel sito del “Treno”, www.trenodeibimbi.it viene scherzosamente definita “cattedrale”: nel 1978 si trovava in una galleria della linea ferroviaria fra Domodossola e Iselle, danneggiata dalla terribile alluvione dell’8 agosto. Il 4 dicembre di quell’anno Padre Michelangelo, chiamato a celebrare la Messa per i lavoratori impegnati nel ripristino della galleria in occasione della festa di Santa Barbara, esprimeva il suo apprezzamento per quel singolare tempietto: non si era accorto che le sue pareti altro non erano che l’armatura in legno che sosteneva la volta della galleria. Chiese di avere il progetto della cappella per realizzarne una simile al Treno dei Bimbi e il responsabile dei lavori decise di regalargli l’armatura in blocco: qualche settimana dopo arrivò alla Cappuccina un camion carico di grosse travi. La cappella era pronta per essere “rimontata” a Osso di Croveo. Come ogni chiesa che si rispetti, ha una campana; proviene dalla cattedrale di Bochum, in Germania e doveva essere trasformata in cannone durante la 2a guerra mondiale. Fu portata alla SISMA di Villadossola per essere fusa ma qui alcuni dipendenti dell’acciaieria riuscirono a salvarla. Fu donata ai Cappuccini e per molti anni rimase appesa agli stipiti di un cancello della loro chiesa domese. Il 1978 fu un anno difficile per il “Treno”; in febbraio una nevicata abbondante ha abbattuto alcune delle strutture coperte che completano gli spazi del villaggio. Come sempre, gli aiuti non mancarono per la loro ricostruzione: oggi, completamente rimodernate, alcune di esse hanno assunto le sembianze di un bar e di un vero e proprio salone da pranzo. Nell’estate 1997 all’entrata del parco è stato collocato un Crocefisso artistico, alto circa sei metri, offerto da un donatore di cui non è mai stato rivelato il nome. In un capannone si trova anche l’immancabile Presepio, visitabile tutto l’anno. Nel sito www.trenodeibimbi.it si trovano i riferimenti per chi fosse interessato a passare una domenica, o un periodo di vacanze al “Treno dei bimbi”.