BELLINZONA - 02-01-2025 -- Auspicata ma anche temuta, annunciata, approvata e… in vigore. Da ieri ai valichi che collegano il Vco alla Svizzera è realtà la stretta elvetica sulla soglia di esenzione dell’Iva per i prodotti che i cittadini rossocrociati acquistano al di fuori dei propri confini e che portano a casa transitando in dogana. Da 300 franchi al giorno a persona, s’è scesi a 150 con lo scopo, dichiarato da Berna, di frenare lo shopping d’oltreconfine che penalizza il commercio svizzero, assai meno conveniente nei prezzi.
Non è una buona notizia per i colleghi italiani, ma in fondo nemmeno per i consumatori svizzeri, ormai abituati a scendere il sabato e la domenica nei negozi e nei supermercati di Verbania per fare acquisti, non solo di beni voluttuari (abbigliamento e superalcolici in primis), ma anche per la spesa settimanale.
La nuova norma prevede che, una volta arrivati in dogana, i beni acquistati con un esborso al di sopra dei 150 franchi -che salgono proporzionalmente al numero di passeggeri in auto, bambini compresi- comportino il pagamento di una tassa extra, operazione peraltro che ha tempi tecnici lunghi per la burocrazia, col rischio che il sistema vada sotto pressione.
E il Ticino? Quando il governo federale consultò i singoli Cantoni, quello di lingua italiana, che ha forti legami economici e commerciali con l’Italia, espresse parere negativo, risultato tuttavia ininfluente a Berna. Da qui, forse, discende anche la decisione di non potenziare i controlli per far sì che la novità non diventi, per i potenziali trasgressori, fonte di contestazione o protesta contro quella che era, ormai, più che un’abitudine.