ORNAVASSO - 21-1-2025 -- A poche ore dall'omicidio di Nicolò Borghini, Don Roberto Salsa nel lanciare un appello al silenzio, alla preghiera per chi vuole, al rispetto del dolore, si riferiva a quelle voci di paese che nei social ottengono risonanza a oltranza. "Voci strane" si era limitato a dire. Opinioni su opinioni, e una certezza: il disagio di Nicolò si conosceva, il dolore dei genitori per i quali era l'unico figlio, anche. Il parroco aveva aggiunto che della tragedia occorrerà parlare. Voleva dire, il sacerdote che dopo il momento dello shock occorre aprire alla riflessione e all'incontro, chiedersi se la comunità avrebbe potuto fare qualcosa, se da questa tragedia se ne possa uscire tutti migliori. Intanto i media nazionali, tv comprese, si sono fiondati sulla notizia, e da ieri stazionano davanti alla villetta di via Conciliazione.
Due giorni dopo la tragedia di Ornavasso, quello che emerge dalle testimonianze racconta una storia di profondo disagio e amore familiare spinto all'estremo. Il trentaquattrenne, che da tempo manifestava segni di fragilità emotiva, aveva bisogno di supporto specializzato, ma pare rifiutasse ostinatamente ogni forma di aiuto. Cresciuto come figlio unico in una famiglia che gli ha dedicato tutto l'amore possibile, Nicolò alternava momenti di normalità a episodi di comportamenti sopra le righe, specialmente quando si trovava al volante o dopo aver bevuto.
Gli amici lo ricordano come un giovane appassionato di sport, in particolare di ciclismo, ma con evidenti difficoltà nelle relazioni interpersonali. Nonostante avesse trovato e mantenuto un lavoro negli ultimi anni, la sua instabilità emotiva rimaneva una costante preoccupazione per i genitori. Il padre, persona riservata e stimata, aveva anche cercato supporto presso le istituzioni locali, ottenendo una borsa lavoro per il figlio, opportunità che però Nicolò aveva poi rifiutato.
La comunità di Ornavasso si trova ora a fare i conti con un dramma. Si sarebbe potuto evitare? Il "radar collettivo" di una comunità solitamente attenta e solidale, con i Borghini ha funzionato?
Come sottolinea il parroco, è ancora il momento del silenzio e della riflessione, poi verrà quello di interrogarsi su una tragedia che ha scosso nel profondo questo piccolo centro, dove tutti si conoscono e sono in qualche modo legati. Resta il dolore di una famiglia distrutta, vittima di un amore che, nonostante tutto, non è bastato a prevenire il peggio.