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VERBANIA - 21-01-2025 -- Si terrà domattina alle 10 in carcere l’udienza di convalida del fermo di Edoardo Borghini, il 63enne di Ornavasso che domenica sera ha ucciso con un colpo di fucile il figlio Nicolò, di 34 anni, al culmine di una lite domestica durante la quale il giovane aveva aggredito il papà e la mamma. Il sostituto procuratore Laura Carrera, che l’ha già sentito nell’immediatezza dei fatti, la stessa notte dell’omicidio, ha depositato la richiesta e il gip Rosa Maria Fornelli ha fissato l’udienza nei tempi previsti dal codice. Al magistrato il pensionato, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli, avrà la facoltà di raccontare i dettagli di quella notte e il contesto in cui è maturato il tragico gesto. La Procura gli contesta l’omicidio volontario con l’aggravante del rapporto di consanguineità con la vittima che, per il codice penale, prevede come pena l’ergastolo. Con questa contestazione nel processo non si può accedere al rito abbreviato che comporta l’immediato sconto di pena a un massimo di 30 anni.

La situazione è molto delicata, prima che sul piano giudiziario e processuale, su quello personale. Il colpo di fucile con il quale il padre ha posto fine alla vita del figlio, colpito al corpo da un proiettile del fucile da caccia –arma regolarmente registrata– calibro 12 esploso da distanza ravvicinata, è l’epilogo di tensioni che andavano avanti da tempo, anche con episodi di violenza domestica nei confronti dei genitori che, seppur mai denunciati, trovano conferma nel racconto delle persone più vicine.