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VERBANIA - 22-01-2025 -- Il gip scioglierà la riserva entro domani e deciderà se disporre – come chiesto dal pm Laura Carrera – che Edoardo Borghini sia trattenuto in custodia cautelare in carcere. È durata quasi cinque ore, stamane, l’udienza di convalida del fermo che i carabinieri hanno eseguito nella notte di domenica a Ornavasso, nella casa in cui il padre, di 63 anni, ha sparato e ucciso il figlio Nicolò, di 34.

L’indagato, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli, ha risposto alle domande del giudice, ricostruendo quanto accaduto al culmine di una violenta – non la prima – lite domestica, scoppiata per futili motivi. Non ha nascosto di aver premuto il grilletto volontariamente ed è conscio della portata della tragedia, del gesto per il quale, ha detto al magistrato, si sente umanamente annichilito.

Secondo quanto ricostruito al momento, anche dalle testimonianze della moglie del pensionato, e della di lei sorella, che vive in casa con loro in via della Conciliazione, il giovane era uscito la sera. Quando è rincasato, attorno alle 22,30, ha trovato il cancello del garage chiuso. S’è infuriato e ha iniziato a gridare contro il padre e la madre, che non erano ancora andati a letto a coricarsi. Li ha aggrediti, danneggiando anche il mobilio. La donna, contusa, è riuscita a chiudersi in una stanza. Il papà ha raggiunto la camera da letto, ha preso dall’armadio in cui era riposto un fucila da caccia calibro 12, vi ha inserito due cartucce e, di nuovo di fronte al figlio, ha sparato da una distanza ravvicinata, all’incirca da un metro. Avendo tirato entrambi i grilletti della doppietta, sono stati esplosi due colpi in simultanea, che hanno raggiunto il 34enne al fianco, all’altezza del torace. È morto praticamente sul colpo. Subito dopo la chiamata ai carabinieri, la confessione, l’arresto.

La casa di Ornavasso della famiglia Borghini è sotto sequestro da domenica. Probabilmente lo sarà per qualche tempo, per permettere i rilievi balistici e per agevolare il lavoro dei tecnici della polizia, che hanno il compito di ricostruire con evidenze scientifiche i fatti.

Non è escluso che la difesa chieda un incidente probatorio, forse anche nell’esame autoptico, per il quale il giudice ha nominato come perito il medico legale Carola Vanoli, che giurerà per il conferimento dell’incarico il 27 gennaio.

L'accusa prospettata è di omicidio volontario con l'aggravante del rapporto di consanguineità con la vittima, che ha come pena l'ergastolo.