LUINO – 23.07.2016 – Sui sentieri degli spalloni
diretti di nascosto in Svizzera. Come in un susseguirsi di cicli storici, sulle montagne del Verbano – finora solo sul versante lombardo – è tornato di moda il contrabbando. Ma al posto della bricolla con i generi da acquistare oltreconfine e rivendere, lucrando, in patria, la “merce” di contrabbando è di tutt’altra natura. Umana. Negli ultimi tempi la frontiera tra la provincia di Varese e il Canton Ticino è presidiata per arrestare il fenomeno dei profughi che cercano di lasciare l’Italia. Arrivano in treno o in auto, battono i monti e cercano la strada per entrare nella Confederazione. In luglio il Canton Ticino sta registrato il record di ingressi illegali, che nel primo semestre sono stati 14.602 contro i 10.362 dell’anno scorso. Solo nell’ultima settimana sono stati 1.321. In Svizzera l’emergenza è contrastata con la mobilitazione di quattro battaglioni con duemila soldati e con un drone che la sera decolla dall’aeroporto di Locarno e sorvola il Luganese e il Chiassese.