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STRESA - 26-01-2025 -- In concomitanza con il Giorno della memoria (che ufficialmente cade domani) la città e la comunità parrocchiale di Stresa hanno reso omaggio ieri a don Angelo Ricci, arciprete nella città lacustre tra il 1938 e il 1948, personaggio di primo piano nel contrasto al nazifascismo che molto ha fatto in favore degli sfollati e degli ebrei.

Originario di Novara, durante gli anni più difficili della seconda guerra mondiale aprì le porte dell’oratorio ai bambini, approntando una scuola improvvisata e d’emergenza per gli stresiani e per gli sfollati, di qualunque confessione religiosa. Diede ospitalità a famiglie di ebrei, aiutò a nasconderle e si prodigò per favorirne l’espatrio in Svizzera, in modo da sfuggire all’internamento. Queste sue azioni le pagò a caro prezzo. Il 19 ottobre del 1943 un delatore lo segnalò ai tedeschi. Le SS gli sequestrarono documenti, macchina da scrivere e stampatrice, arrestandolo e conducendolo a San Vittore, dove con la tortura cercarono di estorcergli informazioni su chi aiutasse gli ebrei a Stresa. Dopo aver partecipato a un tentativo di evasione, dal carcere partì per la Germania. Venne deportato a Mauthausen il 21 febbraio 1944. Rientrò dopo una dozzina di giorni su pressione della Chiesa, particolarmente del cardinale di Milano Ildefonso Schuster. Non poté restare a Stresa, dividendosi tra la Sacra Famiglia di Cesano Boscone e il seminario di Novara. Fu tuttavia richiamato, nel novembre 2024, sul Verbano per fare da intermediario tra tedeschi e partigiani.

A distanza di ottant’anni da quei fatti, la città ne ha onorato la memoria intitolandogli, su proposta del parroco don Gianluca Villa, il vicolo che corre accanto all’oratorio. La cerimonia s’è tenuta ieri mattina alla presenza delle autorità, con le note della banda, di fronte alle associazioni cittadine.

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