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VERBANIA - 6-2-2025 -- La solidarietà c'è, ma non basta. I dipendenti di Barry Callebaut chiedono concretezza, da lunedì sono in sciopero come risposta all'esito negativo della trattativa tra sindacato e azienda sulla buonuscita. Chiedono abbastanza denaro per poter tirare avanti. Cifre tali da poter far fronte al periodo di disoccupazione che attende loro con la chiusura della fabbrica a fine giugno. Le due riunioni di trattativa con l'azienda non hanno portato quanto atteso. E così dopo il secondo incontro, dapprima è scattato lo sciopero, e nel pomeriggio di questo giovedì il presidio davanti all'Unione Industriale cui la multinazionale del cioccolato è iscritta. Al centinaio di lavoratori restati in fabbrica, tra operai e tecnici, si sono aggiunti in segno di solidarietà il sindaco Albertella, il presidente della Provincia, Alessandro Lana; assessori, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Un primo risultato c'è stato, è stato anticipato per domani, alle 9:45 l'incontro in Unione Industriale previsto per l'11 del mese; seguirà un'assemblea con la comunicazione degli esiti. L'auspicio è che l'azienda abbia deciso di venire incontro alle esigenze dei lavoratori.
Una quadra si dovrà trovare. I lavoratori di Barry Callebaut hanno risposto senza eccessi alla doccia fredda del licenziamento, che ricordiamo è giunto loro improvviso e con una produzione a pieno ritmo, ma oggi timori si aggiungono su timori. "Ho una figlia che è la prima della classe e che da grande vuole fare il medico. Cosa le dirò quando non potrò mandarla all'Università perchè non ho soldi", racconta una madre, impiegata nell'azienda da 30 anni. Ma oltre alla preoccupazione ed ai timori per il futuro, nell'animo di questi lavoratori, licenziati da un giorno all'altro si è insinuata la rabbia. "Il silenzio dell'azienda è offensivo", dichiarano due lavoratrici alla stampa presente. Hanno indossato un naso rosso, chiaro messaggio lasciato a chi vuole intendere.
Lo spiraglio di una re-industralizzazione del sito di Intra è sempre in campo, anche se i paletti posti dalla multinazionale che non vuole la vendita a un diretto concorrente, rendono l'operazione di ricerca di un acquirente una strada in salita, all'insegna dell'incertezza. Ciò nonostante pare che nella rosa delle proposte giunte dall'advisor incaricato della ricerca di un compratore, ce ne sia uno, sempre del settore alimentare, particolarmente interessato. Si parla anche di una visita allo stabilimento già effettuata o da effettuare prossimamente. le bocche tuttavia restano cucite. La trattativa continua.