VERBANIA – 26.07.2016 – L’ultimo atto di firmopoli
sarà il 22 settembre, a Roma. Quel giorno in Cassazione si discuteranno i ricorsi presentati da Marco Zacchera, Luigi Songa e Giulio Lapidardi, che hanno impugnato il patteggiamento pronunciato il 10 dicembre 2015 dal gup Lidia Pomponio. Zacchera e Songa, che per le firme false apposte (e da Songa anche autenticate in qualità di consigliere provinciale) a sostegno della lista Fratelli d’Italia alle elezioni comunali di Verbania del 2014 hanno concordato con il sostituto procuratore Nicola Mezzina una pena rispettivamente di 10 mesi e 15 giorni e di 10 mesi, hanno impugnato solamente la costituzione di parte civile avanzata da una elettrice e da alcuni candidati e presentatori delle liste Ncd e Comunità.vb e accettata dal giudice. Lapidari, che ha autenticato firme genuine ma non apposte in sua presenza per la lista civica “Liberitalia Liberiamo Verbania” ha patteggiato 5 mesi e 20 giorni. Nel suo ricorso ha impugnato sia le parti civili, sia la sentenza nella pena. Zacchera è difeso dall’avvocato Cecilia Rizzica di Roma, Songa dall’avvocato Marisa Zariani e Lapidari dall’avvocato Clarissa Tacchini. L’udienza sarà in camera di consiglio, in forma semplificata, cioè a porte chiuse e produrrà un’ordinanza immediata.
Confermate le altre pene patteggiate in dicembre: 7 mesi per Antonio Tambolla e Marco Campanini, 5 mesi e 25 giorni per Antonio Di Tullio, 5 mesi e 20 giorni per Diego Brignoli e Giuseppe Grieco.