VCO – 19 – 2 – 2025 Da un quarto di secolo il Banco Farmaceutico propone uno dei più importanti gesti di solidarietà in Italia: la Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco, il secondo sabato di febbraio. Negli ultimi anni la Giornata si è dilatata; così, da martedì 4 a lunedì 10 febbraio scorsi, in 20.600 farmacie di tutto lo “Stivale” sono state raccolte 646.730 confezioni di medicinali da banco, senza ricetta medica che, tramite i 2.031 enti benefici collegati al “Banco”, aiuteranno a curarsi 463.000 persone in stato di povertà. Il valore economico delle donazioni fatte da centinaia di migliaia di clienti delle farmacie supera i 5 milioni di Euro. Nel Vco la raccolta ha fruttato 2406 confezioni di medicinali, 309 in più rispetto ai 2.097 del 2024; l’incremento ha raggiunto il 14,74%, il terzo più alto del Piemonte dopo quelli fatti registrare dalle province di Torino e Cuneo, rispettivamente + 15,39% e + 14,76%. Come valore economico la crescita del VCO è la più alta di tutte in Regione: dai 18.616,50 Euro del 2024 ai 23.127,17 di quest’anno, 4.510,67 in più, un salto del 24,23%, seguito da Alessandria con il + 21,49% e Cuneo con il + 18,46%. Le farmacie coinvolte nella nostra provincia sono state 23, una in più rispetto al 2024. Gli enti benefici collegati al “Banco” sono 6, come nelle scorse edizioni. In tutto il Piemonte sono stati raccolti 77.759 farmaci, il 12,41% in più rispetto ai 69.173 dell’anno scorso, che significano 8.586 confezioni in più per un valore in denaro che passa da 610.528,66 Euro a 698.945,32 ovvero il 14,48% in più. «Per tutto quello che è accaduto, possiamo solo essere grati – dicono i responsabili del Banco Farmaceutico nel comunicato conclusivo delle giornate di raccolta - Ancora una volta, si sono messi insieme tanti soggetti molto diversi tra loro, al fine di contribuire al bene comune e, in particolare, della componente più fragile della popolazione. Tutto questo ha dimostrato che dare senza chiedere nulla in cambio è la cosa che ci rende più umani, e può trasformare in meglio la nostra civiltà.»
Mauro Zuccari