VERBANIA - 19-02-2025 -- Contrordine: via la sanzione disciplinare. Oggi al Tribunale s’è chiusa favorevolmente a due dipendenti del comune di Verbania la causa di lavoro promossa contro l’ente. Accusati di un presunto accesso abusivo al sistema informatico interno nel quale avevano scaricato atti che – a detta del Comune – erano loro vietati, avevano ricevuto la sanzione del richiamo scritto. È stato lo stesso legale dell’ente pubblico a proporre l’accordo per il ritiro del provvedimento, chiudendo una vicenda che si trascina da mesi.
Il caso nasce tra i veleni di Palazzo di Città nel convulso crepuscolo dell’era Marchionini. A marzo del 2024 la segretaria generale Antonella Mollia è a casa in mutua. Dall’estate precedente, da quando è scoppiato il caso del presunto concorso che avrebbe tentato di aggiustare il sindaco e di cui a lungo s’è parlato, i suoi rapporti con la giunta sono molto tesi e hanno ripercussioni sul suo stato di salute. La parte politica l’accusa da tempo, con richiami scritti, di una serie di comportamenti per i quali, alla fine, decide di revocarle l’incarico (pende tuttora una causa di lavoro).
Il fatto, eclatante e che avrà vasta eco mediatica, verrà comunicato in una conferenza stampa alla vigilia della quale la stessa Mollia annuncia sui social network l’imminenza della sua “cacciata”. La dirigente del Personale, ritenendo vi sia stata una fuga di notizie, scrive al collega che ha sotto di sé il settore informatico. Questi comanda ai tecnici una relazione su chi avesse avuto accesso a quell’atto, registrato al protocollo informatico dell’ente. Il dossier indica undici nominativi di dipendenti del comune di Verbania. Per tre di questi – gli altri ne escono intonsi – apre un procedimento disciplinare il cui epilogo è l’irrogazione di una sanzione per tutti e tre: un richiamo scritto.
Il resto è storia recente. Passate le elezioni, insediata una nuova giunta e rasserenato il clima, è maturata la decisione – anche se i fatti sono invariati – di ritirare quelle sanzioni (perlomeno per i due che hanno ricorso: una terza non s’è opposta e s’è tenuta il provvedimento disciplinare) e di raggiungere un accordo coi due dipendenti.
A quanto risulta, di questi accessi abusivi, né dei tre sanzionati (e revocati), né degli otto non presi in considerazione, i dirigenti che hanno avuto in mano le segnalazioni -nemmeno colui che è designato quale responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza- hanno mai trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica per valutare profili di rilevanza penale.