VERBANIA - 24-02-2025 -- All’ultima richiesta i Servizi sociali avevano nicchiato ma, ora che s’è espresso anche il Tribunale della libertà, il giudice ha sollecitato un’integrazione. Non è stata del tutto scartata l’ipotesi che nei confronti dello “sfregiatore del cimitero”, l’uomo accusato -e anche condannato per alcuni episodi- del vilipendio delle tombe del camposanto di Domodossola, sia disposta una perizia psichiatrica. Sessantasei anni, originario di Milano che ha vissuto nel Verbano e ora si trova in Ossola, si autodefinisce un esperto di anti-occultismo. Dice di entrare nottetempo nei cimiteri per contrastare forze maligne che hanno un’influenza nefasta, effettuando alcune pratiche difensive, tra cui accendere lumini, coprirsi la pelle delle braccia con pellicole di plastica passandovi sopra una lama di coltello.
Le sue azioni sono state accuratamente seguite dalla polizia locale domese che, ricevute le segnalazioni di tombe danneggiate, ha effettuato appostamenti e piazzato fototrappole. Dopo un paio di condanne diventate definitive, il suo avvocato, Marco Viggiani, ha fatto presente la situazione personale e sociale del suo cliente ai giudici del Tribunale della libertà di Torino, che in marzo hanno subordinato la concessione di misure alternative al carcere alla presa in carico dei servizi sociali, a una valutazione del centro di igiene mentale e al divieto di ingresso nei cimiteri. Fattori che il giudice Ines Carabetta, che già ha respinto una richiesta di perizia psichiatrica del pm, ha tenuto conto, sollecitando il Ciss Ossola e il Centro di salute mentale dell’Asl a darle una risposta, anche ai fini di valutare una perizia psichiatrica.