VERBANIA - 24-03-2025 -- Un lavoro certosino, con le immagini della videosorveglianza passate una a una e le celle telefoniche scandagliate alla ricerca di dati da incrociare. È in questo modo che, nel 2023, i carabinieri del Nucleo investigativo di Verbania sono arrivati al 55enne novarese che oggi è a processo al tribunale di Verbania per truffa aggravata. È uno dei tre – per gli altri complici non è stato possibile andare oltre ai sospetti e stabilirne l’identità – che, nel maggio di due anni fa, attirarono a Cannobio una 78enne ticinese che, adescata con la truffa del finto nipote, varcò il confine e consegnò al corriere (l’imputato) più di un chilo di oro. L’anziana fu raggiunta da una telefonata in cui una sedicente nipote le comunicava che il padre – il figlio di lei – aveva investito e ucciso un bambino di tre anni e che, per evitargli il carcere, serviva denaro. Glielo disse una finta poliziotta sotto le cui direttive, e sempre in contatto telefoniche, la donna mise insieme ciò che aveva in casa (gioielli e monete d’oro), raccogliendo più di un chilo di metallo pregiato, poi consegnato a Cannobio. Le immagini della videosorveglianza di una farmacia e di un negozio vicini al luogo dello scambio avevano immortalato l’auto con la quale la batteria dei tre corrieri aveva raggiunto l’alto Verbano. La Saab grigia impiegata per quella trasferta delittuosa risultò intestata a un prestanome, un uomo di Pavia al quale il Pra riconduce oltre cento veicoli. Ma grazie alla verifica di coloro che l’avevano guidata o che erano stati passeggeri e all’incrocio delle celle telefoniche del giorno della truffa, i militari sono arrivati al 55enne, il cui numero di cellulare egli stesso aveva dichiarato il giorno in cui, per altri fatti, era stato arrestato.