VERBANIA - 24.03.2025 -- Non fu un incidente nella concitazione di una lite, ma un vero e proprio spintone. Il Tribunale di Verbania ha condannato il 28enne operatore socio sanitario originario della Sicilia ma residente a Verbania che, nell’ottobre del 2021, fece cadere a terra una collega dell’istituto Sacra Famiglia – dove al tempo lavorava –, causandone la frattura del polso e una malattia per la quale fu assente dal posto di lavoro per un mese. Secondo la donna, che l’ha denunciato e s’è costituita parte civile, l’aggressione fu immotivata e arrivò al termine di un diverbio nel quale l’imputato dimostrò una grande aggressività. Quella che il difensore della parte civile, Gabriele Pipicelli, avrebbe voluto sottolineare al giudice Ines Carabetta producendo alcuni articoli di giornale e un video riguardanti il 28enne, soggetto conosciuto dalle forze dell’ordine e che, di recente, è stato condannato in primo grado a sei anni e mezzo per violenza sessuale avendo toccato nelle parti intime una paziente del Dea di Verbania che aveva accompagnato in bagno con una scusa. La sua richiesta, tuttavia, è stata respinta perché inconferente rispetto ai fatti, accaduti sul posto di lavoro in un momento in cui non vi erano testimoni oculari, ma confermati dallo stesso imputato, che in qualche modo s’era scusato. Per la difesa non s’è trattato di un atto volontario, ma delle conseguenze di una animata difesa verso la collega che inveiva contro di lui.
Il giudice l’ha condannato a 1.200 euro di multa e a 5.000 euro di risarcimento, oltre a quasi 4.000 euro di spese legali.