1

cassazione

VERBANIA - 25-03-2025 -- Gli esiti delle analisi del sangue furono legittime, anche se l’imputato non lo disse espressamente alla polizia. È arrivato fino in Cassazione il 29enne del Novarese che all’alba del 2 maggio del 2020 ebbe un incidente stradale con la moto ad Armeno. Alle cinque e mezza del mattino la Polstrada di Arona fu chiamata per un sinistro con feriti ma, quando arrivò sul posto, trovò solo la moto del 29enne e i parenti di lui. Il giovane era stato accompagnato all’ospedale di Borgomanero dove i sanitari, su richiesta delle forze dell’ordine, l’avevano sottoposto all’alcoltest. Nel sangue aveva 2,6 grammi per litro di alcol (2,29 alla seconda rilevazione), più di cinque volte il consentito. Denunciato per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver provocato un incidente – ancorché senza feriti – in orario notturno, il motociclista s’è difeso nel processo celebrato al Tribunale di Verbania dicendo di non ricordare nulla dell’incidente, negando l’ebbrezza e sostenendo, tramite le testimonianze dei genitori, che aveva, sì, bevuto la sera prima a una festa con amici organizzata per il 1° maggio, ma che si era recato lì (poi rincasando) accompagnato dai familiari e, solo il mattino successivo, era uscito in moto per andare ad aiutare amici nella mungitura delle mucche. Il suo difensore ha chiesto lo stralcio degli esiti degli esami del sangue poiché la polizia non l’aveva avvisato della facoltà di farsi assistere da avvocato. Una tesi negata al Tribunale di Verbania, in Corte d’appello e anche in Cassazione, dove la condanna è diventata definitiva. Oltre a sei mesi di arresto e duemila euro di multa, il 29enne s’è visto revocare la patente di guida.