MONTEBELLUNA – 03.08.2016 – Mentre la Finanza
passa al setaccio le sue proprietà, Vincenzo Consoli s’appresta a presentarsi di fronte ai magistrati. Si terrà venerdì in Procur a Vicenza – con rogatoria e su delega della Procura di Roma che si occupa delle indagini – l’interrogatorio dell’ex direttore generale e amministratore delegato di Veneto Banca Vincenzo Consoli. Ieri il manager, che ha lasciato l’istituto di credito esattamente un anno fa sostituito da Cristiano Carrus, è stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare. È agli arresti domiciliari e nei suoi confronti il gip di Roma ha disposto il sequestro di beni per quasi 45 milioni di euro. E proprio per portare a termine il sequestro che le Fiamme Gialle stanno lavorando alacremente alla ricerca di conti correnti riconducibili all’ex dg. Consoli, che insieme al presidente Flavio Trinca è stato colui che ha creato il gruppo Veneto Banca, è indagato di aggiotaggio e di ostacolo alle autorità di vigilanza. Avrebbe, insieme a altri – hanno ricevuto l’avviso di garanzia altre 14 persone tra dirigenti e revisori dei conti – alterato i bilanci per far figurare una solidità patrimoniale di Veneto Banca che non esisteva. Il sistema era semplice. A fronte della continua necessità di svalutare i crediti deteriorati, per accrescere il capitale e rimanere negli indici di patrimonializzazione, Veneto Banca avrebbe prestato denaro a soci e azionisti affinché vi comprassero, utilizzandoli del tutto o in parte, azioni dell’istituto. Azioni che venivano contabilizzate nel patrimonio di garanzia senza che in realtà lo fossero.