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VERBANIA - 24-04-2025 -- La denuncia presentata dai vigili non era legittima e il reato è improcedibile. Un errore tecnico del comando della polizia municipale di Gravellona Toce ha determinato il ribaltamento della sentenza di primo grado che, al Tribunale di Verbania, nel gennaio del 2023 aveva visto condannato a un’ammenda di 400 euro un 59enne italiano residente nel Canton Ticino. Era accusato di diffamazione aggravata per un commento su Facebook postato, nel dicembre del 2020, sotto a un post di un altro utente nel gruppo “Sei di Gravellona Toce se…”. “Che il Comune sia estraneo ai fatti… è ancora da chiarire. Altresì il comando dei vigili urbani corrotto” – aveva scritto in calce ai numerosi commenti sortiti dall’articolo de Il Fatto Quotidiano che parlava di quattro arresti per la presunta corruzione di un funzionario pubblico nell’appalto del palasport (indagine finita nel nulla, con la richiesta di archiviazione presentata dallo stesso pm che aveva domandato e ottenuto le istanze cautelari).

I vigili s’erano sentiti diffamati e, in qualità di pubblici ufficiali, avevano avviato un procedimento penale per diffamazione che, in primo grado e in un procedimento con rito abbreviato, s’era concluso con la condanna dell’imputato. Tuttavia nei giorni scorsi la Corte d’Appello ha depositato le motivazioni che hanno ribaltato il verdetto, prosciogliendo il 59enne, il quale sosteneva di non aver fatto alcun riferimento a Gravellona Toce, ma ad altro comune. L’assoluzione è frutto del difetto di querela. La comandante dei vigili, infatti, non aveva i poteri per presentare denuncia per conto del Comune (non ne è la legale rappresentante) o per il corpo.

“Pur rispettando profondamente l’istituzione della polizia locale e il lavoro dei singoli agenti – dichiara l’imputato – auspico che questa vicenda possa servire da stimolo per una maggiore attenzione nelle procedure interne del Comando, in modo da evitare futuri errori che potrebbero nuocere ai cittadini e al corretto funzionamento delle istituzioni locali”.