DOMODOSSOLA - 30-4-2025 -- In una lettera inviata Margherita Gubetta, promotrice del gruppo Whatsapp "Dico basta", il sindaco di Domdossola, Lucio Pizzi interviene nella questione sollevata dalla giovane donna, promotrice dell'iniziativa di "autiuto" per cui le donne eventualmente molestate in strada, potranno ricorrere all'app di messaggistica per inviare in caso di necessità una richiesta di soccorso alle altre donne che fanno parte del gruppo. Il sindaco però, pur usando toni cordiali fa sapere alla Gubetta che è ruolo delle forze dell'ordine garantire la sicurezza di tutti e che certe iniziative, se intraprese da inesperti, possono addirittura risultare dannose. Il primo cittadino, infine, rimarca che Domodossola, nonostante fisiologici episodi, comuni a tutte le realtà urbane, continua ad essere una città sicura, pertanto invita a non generare dannosi allarmismi.
La lettera
Gent.ma sig.ra Gubetta,
ho letto la mail che mi ha inviato e soprattutto l’intervista pubblicata su “La Stampa”, in cui ha esposto la sua iniziativa, certamente apprezzabile nelle intenzioni, basata sull’utilizzo di un’applicazione social.
Pur rispettando la volontà, manifestata attraverso la creazione del gruppo “Dico Basta”, di promuovere forme di solidarietà femminile, allo stesso tempo però ritengo doveroso, nella mia veste di Sindaco, esprimere alcune considerazioni.
Innanzitutto devo rammentare come il ruolo che ricopro mi imponga il dovere di agire nell’assoluto rispetto delle competenze istituzionali e in esclusivo coordinamento con le Forze dell’Ordine.
In tal senso iniziative come la sua, per quanto mosse da buone intenzioni, richiedono la massima cautela poiché rischiano di generare aspettative e affidamenti impropri in persone che, invece, dovrebbero rivolgersi prioritariamente alle Forze dell’Ordine, uniche autorità preposte ad intervenire in caso di pericolo. La sicurezza non può essere affidata a canali paralleli non regolamentati, che potrebbero rivelarsi inefficaci o addirittura controproducenti in situazioni delicate.
Le stesse considerazioni valgono per il supporto e l’assistenza a chi si sente vittima o vive un disagio, funzioni che richiedono competenze specifiche: solo figure professionali come psicologi, assistenti sociali o operatori qualificati possono offrire un supporto adeguato. Il rischio, altrimenti, è di amplificare un vissuto traumatico senza strumenti idonei per gestirlo.
Infine va ricordato che la nostra Città, per quanto purtroppo non esente da spiacevoli episodi come fisiologicamente ogni realtà urbana, presenta dati oggettivamente confortanti sul piano della sicurezza rispetto alla media nazionale e non può essere ricondotta a situazioni di grave criminalità che si vivono purtroppo costantemente in alcuni grandi centri. Se è certo doveroso monitorare con attenzione ogni episodio critico, è anche importante valutarlo in maniera proporzionata, non alimentando eccessivi allarmismi che potrebbe produrre un effetto emulativo o di panico infondato, oltre che danneggiare l’immagine della nostra Domodossola.
Su temi così delicati come quello della sicurezza, quindi, la partecipazione attiva dei cittadini deve prima di tutto armonizzarsi con le indicazioni delle Forze dell’Ordine, che professionalmente se ne occupano tutti i giorni e con i quali, ripeto, ho il dovere di agire in esclusivo coordinamento, nei limiti del mio ruolo e delle mie competenze istituzionali.
Perciò, pur nella volontà di mantenere un atteggiamento di apertura, non mi è assolutamente consentito intraprendere alcuna iniziativa parallela in materia di sicurezza che non sia preventivamente inserita e legittimata in un quadro di collaborazione con la Forze dell’Ordine, a cui di conseguenza inoltro la mail che mi ha inviato e questa mia lettera per le valutazioni del caso.
Augurandomi possa comprendere, invio cordiali saluti.
Lucio Pizzi
