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p d giustizia 22 due

VERBANIA - 01-05-2025 -- Tre anni e dieci mesi di condanna, con parziali risarcimenti provvisionali alle parti civili. È giunto al termine, almeno sino alla sentenza di primo grado, il procedimento penale a carico di Fabio Vescio, 45enne assicuratore che oggi vive e lavora in provincia di Catanzaro ma che, fino al 2019, operava a Omegna. Dopo aver lavorato come impiegato in un’altra compagnia, era stato ingaggiato nel 2017 come subagente dalle Generali. Dopo due anni i clienti avevano iniziato a segnalare anomalie che un’indagine interna aveva velocemente individuato come gravissime condotte per le quali il subagente fu allontanato dall’agenzia e denunciato, sia dalla compagnia, sia da diciannove clienti che, con loro grande sorpresa, avevano scoperto di aver versato migliaia di euro di premi per polizze vita ad accumulo che, in realtà, erano inesistenti.

Il denaro, una cifra superiore ai 200.000 euro, non era mai transitato nei conti dell’agenzia, né tanto meno riversato alla compagnia e, quindi, i risparmi che con fatica i clienti avevano racimolato e consegnato affinché tornasse loro indietro una cifra maggiorata degli interessi, erano andati in fumo. A trattenerli, secondo la Procura, fu proprio Vescio, mandato a giudizio per più capi di imputazione di truffa aggravata e per sostituzione di persona.

Il processo che s’è concluso ieri al Tribunale di Verbania ha avuto un iter lungo e travagliato, tanto che per i fatti più datati è stata dichiarata la prescrizione. È iniziato nel 2022 e, poi, ha dovuto scontare anche il cambio del giudice, oltre a una lunga istruttoria per via delle numerose parti civili. Che, alla fine, hanno visto riconosciuti risarcimenti parziali. Il giudice Beatrice Alesci, che ha accolto la richiesta di condanna della Procura, ha accordato somme provvisionali che vanno dai tre ai dodicimila euro per singola posizione, alle quali si aggiungono le spese legali. Le statuizioni civili permarranno anche nel caso in cui, in Appello, dato il tempo trascorso dalla commissione dei fatti, i giudici di secondo grado dovessero riconoscere la totale prescrizione.