VERBANIA - 5-5-2025 -- Clima rovente ai margini del Consiglio comunale di Verbania. Samuele D’Alessandro (Forsa Italia), ha acceso la miccia nei giorni scorsi accusando il vicesindaco Alberto Boroli di aver riso mentre lui, durante la seduta, sollevava il tema urgente della sicurezza cittadina. Una polemica che ha immediatamente preso una piega politica e personale, innescando una dura replica dello stesso Boroli e una controreplica infuocata di D’Alessandro.
Secondo il consigliere forzista, il vicesindaco avrebbe assunto un atteggiamento “di scherno” proprio mentre in aula si affrontava una questione delicata come quella della sicurezza. “So distinguere un sorriso istituzionale da uno sghignazzo di disprezzo – ha dichiarato D’Alessandro – e quello di Boroli era chiaro a tutti: non rispetto, ma derisione”. Il capogruppo azzurro ha poi denunciato “un imbarazzante silenzio sui problemi veri” e ha accusato l’amministrazione di minimizzare episodi di cronaca sempre più frequenti e preoccupanti, che coinvolgerebbero anche minori.
La risposta del vicesindaco Boroli non si è fatta attendere. In una nota, ha respinto le accuse definendole “dettate da un livore personale senza limiti” e ha spostato il mirino sulla capogruppo di Forza Italia, Cristina, ex candidata sindaca alle scorse amministrative, accusandola di confondere costantemente il piano politico con quello personale. Boroli ha inoltre affermato che per lui il tema della sicurezza è da sempre una priorità, anche per vicende familiari che lo hanno toccato da vicino, e che non sorride certo quando si parla di questi argomenti. Il suo sorriso – ha spiegato – era rivolto semmai alla continua polemica della consigliera Cristina, non certo al tema in discussione.
Ma D’Alessandro è tornato all’attacco, accusando Boroli di ipocrisia per aver evocato la figura del presidente Silvio Berlusconi. “Proprio lui, che applaudiva mentre il simbolo di Forza Italia veniva definito ‘cartastraccia’, oggi si permette di usare il nome del nostro fondatore per attaccare i suoi colleghi di partito”, ha detto. E ha concluso con un invito durissimo: “Si sciacqui la bocca prima di evocare certi nomi, e inizi piuttosto a lavorare per una Verbania più sicura. E se proprio non riesce a smettere di ridere, abbia almeno il pudore di farlo fuori dall’aula consiliare”.
La frattura nel centrodestra verbanese è insomma sempre più profonda.
