BELGIRATE – 15 -5-2025 -- A meno di un mese dall’inizio delle interruzioni estive sulla linea ferroviaria Domodossola–Arona, esplode la preoccupazione dei sindaci del Verbano Cusio Ossola. In prima linea la sindaca di Belgirate, che denuncia il silenzio delle aziende ferroviarie sulla comunicazione dei servizi sostitutivi. "Ad oggi – segnala – non è stato ancora trasmesso ai Comuni alcun orario ufficiale dei bus, nonostante le promesse fatte ai tavoli tecnici".
Il riferimento è agli incontri tra enti locali, Trenord, Trenitalia, RFI, e le regioni coinvolte, culminati nella creazione a marzo di un tavolo permanente di confronto. Tuttavia, le rassicurazioni sembrano non essersi tradotte in fatti concreti. "Abbiamo saputo solo informalmente che dal 9 giugno i treni saranno sospesi – aggiunge la sindaca – ma senza un’informazione chiara rischiamo nuovi disservizi come quello del 25 aprile, quando sei persone sono rimaste a terra senza sapere come proseguire il viaggio".
In quell’occasione, l’assenza di comunicazione da parte dei gestori ferroviari durante uno stop temporaneo ha costretto un gruppo di passeggeri ad affidarsi al buon cuore di un privato cittadino per raggiungere Arona e salire su un treno per Milano.
La preoccupazione non riguarda solo i residenti o i pendolari, ma anche il comparto turistico: la chiusura estiva della tratta – prevista dall’8 giugno al 27 luglio e dal 30 agosto al 13 settembre, con bus sostitutivi tra Domodossola e Arona – si somma ai cantieri già attivi sull’A26 e sulla superstrada del Sempione, mettendo a rischio l’accessibilità del Lago Maggiore, seconda destinazione turistica del Piemonte con oltre 3 milioni di presenze annue.
"Il diritto alla mobilità è sancito dalla Costituzione – ha ricordato la sindaca – e va garantito in modo serio e puntuale. Le autorità locali devono essere messe in grado di informare i cittadini". A raccogliere la denuncia è stato il presidente della Provincia del VCO, Alessandro Lana, che ha assicurato un intervento urgente presso le aziende del trasporto.
Ora i sindaci e i cittadini aspettano risposte, nella speranza che la gestione dell’emergenza non si trasformi, come in passato, in un fallimento organizzativo.