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DOMODOSSOLA - 19-5-2025 -- Una tenda in Piazza Rovereto a Domodossola. E, sotto quella tenda, cittadini che si alterneranno in un digiuno a staffetta, da giovedì 23 a martedì 28 maggio, per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza e per chiedere, con un gesto pacifico ma fermo, un cambiamento radicale nelle politiche italiane ed europee verso il conflitto in corso.

Il presidio permanente sarà inaugurato giovedì 23 maggio alle ore 17.00, in occasione di una conferenza stampa aperta a tutti gli organi di informazione. L'iniziativa nasce dal basso, da un gruppo eterogeneo di cittadini, e vuole essere un’azione pubblica, visibile, concreta, di protesta e testimonianza.

“Non in nostro nome”, dicono gli organizzatori, richiamando le responsabilità di chi tace o resta indifferente. “Il popolo palestinese non è Hamas. Sono persone, famiglie, bambini, anziani, ai quali oggi viene negato anche il diritto a esistere.”

Il gesto del digiuno pubblico, collettivo e volontario, vuole essere simbolico e politico allo stesso tempo: mentre a Gaza la fame è diventata arma di guerra, a Domodossola si digiuna per richiamare l’attenzione sulla drammatica emergenza umanitaria.

Secondo le fonti delle Nazioni Unite e di organizzazioni indipendenti, oltre 50.000 persone sono state uccise dall’inizio delle operazioni militari israeliane, tra cui almeno 15.000 minorenni. E mentre i convogli umanitari con oltre 116.000 tonnellate di aiuti restano bloccati al confine, i giornalisti vengono impediti dall’entrare nella Striscia: 212 operatori dell’informazione sono stati uccisi, per lo più giovani palestinesi.

A fronte di questa realtà, il presidio di Domodossola lancia richieste precise al Governo italiano e all’Unione Europea: la riapertura immediata del valico di Rafah agli aiuti umanitari; il ritiro dai territori occupati; il blocco di ogni collaborazione militare e commerciale con Israele; il rifiuto di qualsiasi piano di annessione.

L’iniziativa vuole essere inclusiva e trasversale, aperta a persone di ogni credo, cultura o orientamento politico, nel nome della dignità umana e della solidarietà internazionale.

“Restiamo o torniamo umani” è il messaggio finale che accompagna l’invito. “Facciamolo insieme, in tante città, con poche parole chiare, con il silenzio e la presenza. Per Gaza. Per noi tutti.”

Foto dalla manifestazione per la pace del 4 maggio scorso