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ORNAVASSO - 19-5-2025 -- Grande successo di pubblico per l'incontro organizzato dal Parco Nazionale della Val Grande in collaborazione con il Comune di Ornavasso sul ritorno dei grandi predatori nelle zone alpine. Esperti concordi: "La coesistenza è possibile con informazione corretta e supporto concreto".
L'evento ha rappresentato un'importante occasione di approfondimento su un tema tanto attuale quanto delicato: la presenza sempre più frequente dei grandi predatori nelle aree alpine e prealpine del Nord Italia.
Ad aprire la serata è stata Giada Nardozza, ricercatrice, che ha presentato un quadro dettagliato della situazione locale, basato su interviste e documentazione scientifica. Successivamente, Luca Giunti, guardiaparco e naturalista, insieme a Filippo Zibordi, zoologo e divulgatore, hanno illustrato le modalità più efficaci per gestire la convivenza con i grandi predatori, affrontando anche i timori diffusi tra la popolazione.
Nel loro intervento, i due esperti hanno spiegato l'evoluzione normativa e ambientale che ha permesso la ricomparsa di lupo e orso, distinguendo tra le due popolazioni italiane di orso: quella marsicana, più piccola e prevalentemente vegetariana, e quella alpina, reintrodotta in Trentino, caratterizzata da una dieta onnivora e un comportamento più attivo.
Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo ecologico del lupo, descritto come specie ad alta valenza ecologica, capace di spostarsi su grandi distanze e adattarsi a diversi contesti. La sua espansione, partita dall'Appennino, ha ormai interessato tutto l'arco alpino, dove si sono formati nuclei stabili e riproduttivi.
Un contributo significativo è giunto dal Tenente Colonnello Andrea Baldi, comandante del Reparto Carabinieri del Parco Val Grande, che ha offerto una prospettiva tecnico-scientifica sulla presenza dei predatori. «È fondamentale comunicare con precisione, evitando semplificazioni o linguaggi emotivi», ha affermato Baldi. «Il ritorno dei grandi carnivori è strettamente legato alla rigenerazione spontanea degli ecosistemi alpini, che negli ultimi 50-70 anni hanno vissuto un graduale abbandono da parte dell'uomo. Meno pressione antropica significa maggiore espressione della natura».
«L'orso e il lupo non sono un problema da risolvere, ma un segnale da interpretare», ha aggiunto. «La loro presenza ci parla di un equilibrio che torna, di un ambiente che si riattiva. Dobbiamo affrontare tutto questo con rispetto, consapevolezza e collaborazione tra enti, comunità e cittadini».
Michele Zanelli, Direttore del Parco Nazionale Val Grande, ha sottolineato come «il ritorno di orso e lupo è il segno di un ecosistema che si sta rigenerando, ma anche una sfida educativa e culturale: convivere significa prima di tutto capire, conoscere, ascoltare».
Il Presidente del Parco Nazionale Val Grande, Luigi Spadone, ha evidenziato che «la presenza di lupo e orso nel nostro territorio richiede una riflessione ampia, condivisa e consapevole. È necessario mantenere alta l'attenzione, ma senza allarmismi: la coesistenza è possibile, a patto che venga accompagnata da informazione corretta, supporto concreto per le attività agricole e zootecniche e collaborazione costante tra enti locali, forze dell'ordine e cittadini. Come Parco ci impegniamo a rafforzare il dialogo e le azioni concrete sul territorio».
Sulla stessa linea il commento del Sindaco di Ornavasso Filippo Cigala Fulgosi, che ha ospitato l'iniziativa: «Vorrei ringraziare il Parco Nazionale Val Grande, i relatori e il numeroso pubblico presente. Rigore scientifico, obiettività, chiarezza espositiva e reale comprensione delle problematiche che discendono dalla rinnovata presenza dei grandi carnivori sul territorio sono stati apprezzati da tutti in un clima di attento e partecipato ascolto. Il dato di fondo che è emerso è che occorrono, anche su questo argomento, nuovi ponti per affrontare tutti insieme le indiscutibili problematiche che tale presenza determina – in particolare per coloro che svolgono la propria attività lavorativa nei territori alpini e rurali – e per dare quelle concrete soluzioni che fino ad oggi non ci sono state o quasi».