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Sentieri e Pensieri, il festival letterario che da tredici anni impreziosisce le estati di Santa Maria Maggiore e della valle Vigezzo, si è arricchito per la seconda volta di una “costola” primaverile, pensata nel ricordo di Benito Mazzi, scrittore e giornalista di fama internazionale, nato e vissuto in valle e scomparso il 24 aprile 2022. Si tratta di Dai dai, cünta sü (“Dai, dai, racconta”, dal titolo di una trilogia dell’autore): incontri vari sui temi e nei luoghi di Benito Mazzi. Il programma di sabato 31 maggio, preceduto da un venerdì dedicato alle attività con gli studenti delle scuole locali, ha avuto come fil rouge la genuina convivialità vigezzina e il rapporto tra le persone e il cibo, alla luce delle trasformazioni dell’ambiente e della società. In apertura dell’incontro, svoltosi presso il Teatro Comunale, il sindaco Claudio Cottini ha ricordato con affetto la figura di Benito Mazzi, sottolineando tra l’altro come l'autore abbia sempre avuto attenzione nei confronti delle persone più fragili della società. Monica Mattei, anima di numerosi progetti culturali della valle, ha poi delineato un ricchissimo ed emozionante ritratto di questo scrittore, che ci ha lasciato in eredità la memoria di un civiltà ricca di luci e ombre, dalla quale si possono sicuramente trarre insegnamenti importanti per costruire un futuro migliore. Il pomeriggio è proseguito con intervento dal titolo Umori e sapori della vecchia Vigezzo, che ha visto dialogare Paolo Massobrio (famoso giornalista e gastronomo, fondatore di Golosaria e dei Club Papillon, autore di numerosi libri) con la divulgatrice Maria Cristina Pasquali, (collaboratrice di Geo su Rai3, inserita da Slow Food nella lista delle “dieci donne che salvano la Terra”). Il pomeriggio è stato arricchito dalla presenza del gruppo folkloristico locale, con i suoi costumi tradizionali e con un accompagnamento musicale che ha regalato una piacevole nota di colore. La giornata si è poi conclusa nei locali che hanno preparato dei menu ca base di ricette tratte dalla pubblicazione La Pacioliga di Benito Mazzi. Si tratta di un libro la cui gustosa essenza è suggerita dal titolo (evocativo di qualcosa di “ciccio”, ma linguisticamente sconosciuto) e spiegata dal sottotitolo Umori e sapori della vecchia Vigezzo. Proprio a questo gli organizzatori si sono ispirati nell’intitolare il momento di riflessione. Una scrittura intensa e divertente fino alle lacrime, che regala, oltre a ricette raccolte sul territorio, una serie memorabile di racconti e personaggi che esprimono l’allegro e schietto rapporto naturale, senza mediazioni, tra l’uomo e il cibo: una relazione che esiste non solo come necessità biologica, ma umana, comunitaria, affettiva e, infine, intellettuale. Alcune letture tratte da questo libro, interpretate magistralmente da Maria Vittoria Gennari, hanno fornito lo spunto per considerazioni che hanno legato le memorie del passato alle emergenze di vario genere che si possono individuare nella società contemporanea. Tra le molte idee chiave emerse nel corso del dialogo ricordiamo l’importanza del voler e saper costruire identità nuove e positive, che si nutrano nello stesso tempo delle memorie locali e delle esperienze e delle specificità portate dagli scambi culturali: una risposta alla globalizzazione accettata in modo acritico.

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