VERBANIA - 08-06-2025 -- Era stata l’ex compagna, con cui aveva da poco tempo interrotto bruscamente una breve relazione, a chiamare i carabinieri. Quel giorno, nel luglio del 2022, la donna – medico di professione – era scesa nella cantina dell’abitazione che aveva condiviso con lui, artigiano 39enne di origine albanese, e aveva trovato una busta contenente quella che aveva riconosciuto come marijuana. L’aveva prelevata, portata al piano di sopra e consegnata alla pattuglia che, nel frattempo, era stata mandata al domicilio della donna. Non erano state eseguite ulteriori perquisizioni né, in fase di indagine, erano stati approfonditi i contatti tra l’ex convivente che, sulla base di quel rinvenimento e consegna, ora si trova a processo al Tribunale di Verbania con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Nella fattispecie di droghe leggere, per le quali è prevista una pena, in caso di condanna, tra due e sei anni. Il procedimento penale è alle battute finali e, in aula, alla tesi dell’accusa si contrappone quella della difesa secondo cui lo stupefacente non era dell’imputato, bensì di altri. Nel controesame della convivente, che ha raccontato di aver messo su casa da poco con l’artigiano e che, in cantina, vi erano solo beni di sua proprietà e l’unica chiave era sempre stata nella sua disponibilità, salvo nei giorni in cui se ne stava andando, la difesa ne ha saggiato la credibilità, portando a galla le questioni personali della coppia. In particolare i motivi della rottura, legati alla paternità dell’imputato che, dopo la nascita di una bambina che pensava sua, insospettito dai tratti somatici non affini a nessuno dei due, le chiese di effettuare il test del Dna, in seguito al quale fu escluso che lui fosse il genitore biologico. La donna ha ammesso d’aver fatto uso di stupefacenti in passato, ma mai in gravidanza, circostanza che l’imputato nega, dipingendola come una persona con problemi personali che avrebbe tentato il suicidio (fatto negato dall’interessata). Questa versione lascia intendere che la droga possa essere di altri, se non della donna. Le conclusioni del dibattimento si avranno in autunno, quando il giudice dovrà valutare l’impianto probatorio. Nell’ultima udienza, venerdì, l’imputato è stato fatto allontanare dall’aula per le intemperanze mostrate verso la ex convivente mentre ella deponeva.
