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PIEMONTE - 17-6-2025 -- La progressiva chiusura degli sportelli bancari sta colpendo duramente le zone montane e i piccoli Comuni del Piemonte, con ricadute concrete anche sul territorio del Verbano Cusio Ossola. La Regione ha confermato il proprio impegno per contrastare quella che è ormai diventata una vera e propria “desertificazione bancaria”.

A fronte di una tendenza nazionale che ha visto, solo nel 2024, la chiusura di oltre 500 sportelli (portando il totale sotto le 20.000 unità, rispetto alle oltre 34.000 presenti nel 2008), in Piemonte il problema si fa più acuto: il 63% dei Comuni non dispone più di alcun servizio bancario, coinvolgendo più di 600.000 cittadini. Nei Comuni montani la situazione è ancora più allarmante: su 489 realtà, ben 369 – pari al 75,5% – sono senza sportelli. Comunità escluse non solo dai servizi bancari, ma anche da tutte le attività economiche e sociali che da essi dipendono: gestione dei risparmi, accesso al credito, servizi per imprese e famiglie.

In risposta a un’interrogazione consiliare, l’assessore regionale Marco Gallo ha ricordato che la Regione ha già attivato tavoli di confronto con l’Abi (Associazione bancaria italiana) e con l’Uncem, proponendo un “patto etico” con gli istituti di credito per trovare soluzioni alternative alla chiusura degli sportelli, tutelando in particolare i territori montani.

Tra le iniziative messe in campo figura anche l’accordo con Mooney, realtà nata dalla collaborazione tra Isybank (Intesa Sanpaolo) e Enel X, che consente di svolgere alcune operazioni bancarie di base presso tabaccherie e negozi abilitati. In Piemonte, il progetto interessa già 477 Comuni e punta a una diffusione più capillare, soprattutto nelle aree periferiche.

Sono state inoltre discusse in Consiglio regionale le interrogazioni presentate dal consigliere Mauro Calderoni sullo stato del bando “Botteghe dei servizi”, volto a incentivare attività multiservizi nei piccoli centri, e sull’aggiornamento dei criteri per il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (FOSMIT), destinato a sostenere chi vive e lavora nei territori alpini.

L’obiettivo, ha concluso l’assessore Gallo, è quello di mantenere vivi i paesi di montagna, garantendo accesso ai servizi essenziali anche dove il mercato, da solo, non arriva.