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tribunale 16

VERBANIA - 21-06-2025 -- Una futile lite da discoteca, nata per qualche commento di troppo rivolto alle ragazze, sedata dal buttafuori e conclusa oltre l’orario di chiusura, nel piazzale, con un raid punitivo. È questa la ricostruzione che la polizia ha fatto dell’episodio accaduto dentro e fuori una discoteca di Vogogna il 25 settembre del 2021. In un locale conosciuto perché frequentato da giovani e giovanissimi, tra i tanti avventori c’era un gruppetto di domesi che comprendeva due ragazzi allora minorenni e alcune ragazze. Queste ultime sarebbero state in qualche modo importunate, con commenti ritenuti un po’ eccessivi, da alcuni giovani. Tra i maschi dei due gruppi volò qualche parola di troppo e, poco più tardi, uno dei minorenni di sentì toccare alla spalla, da tergo e, voltandosi, ricevette un pugno al volto. Andò dal responsabile del locale e dall’addetto alla sicurezza, che gli diedero del ghiaccio e che invitarono gli aggressori ad andarsene e a lasciare la discoteca. La serata si concluse senza ulteriori problemi sinché i due aggrediti, all’orario di chiusura, non si trovarono nel parcheggio esterno. Fu in quella circostanza che uno di loro venne avvicinato da una mezza dozzina di giovani che lo aggredirono e lo picchiarono, spezzandogli un dente. I minorenni, non volendo riferire l’accaduto ai genitori, si organizzarono affinché il ferito – che non andò in ospedale quella notte – dormisse a casa dell’amico ma, l’indomani, verificando meglio il danno, si accorsero che il dente era proprio spezzato. Informati dell’accaduto, i genitori sporsero querela. La polizia per quell’aggressione ha individuato, e la Procura di Verbania li ha tratti a giudizio, due ragazzi residenti nel Verbano. Devono rispondere di lesioni aggravate. Il processo, il cui dibattimento s’è aperto davanti al giudice Marianna Panattoni, si gioca sull’identificazione degli imputati, riconosciuti dalle vittime attraverso foto viste sui social network: nella concitazione del momento e nel buio della sala e del piazzale la fisionomia non fu pienamente percepita, né descritta alla polizia.