DOMODOSSOLA - 24-6-2025 -- Questa sera alle 21 in Cappella Mellerio a Domodossola, lo storico Enrico Rizzi presenta il suo lavoro: "Le buzze del Bogna e il muraccio". Un viaggio documentato e appassionante tra storia idraulica e trasformazioni urbane.
Il torrente Bogna, oggi presenza apparentemente silenziosa, è stato nei secoli protagonista di eventi drammatici e determinanti per la morfologia e la vita di Domodossola. Le sue “buzze”, ovvero le esondazioni storiche, hanno più volte minacciato l’esistenza stessa del borgo, tanto da spingere i domesi a ideare un’imponente opera di contenimento: il cosiddetto "muraccio", noto anche come murazzo, che corre a ridosso della zona Cappuccina.
Rizzi, con la consueta accuratezza e uno stile che sa unire rigore e narrazione, ricostruisce le vicende che dal Medioevo hanno segnato il rapporto fra la città e il torrente che scende dalla "valle delle cento cascate". Le prime cronache risalgono addirittura al XII secolo, quando il Bogna, carico di detriti alpini, iniziò a innalzare il proprio letto, trasformandosi da tranquillo corso d’acqua a minaccia costante.
Interessanti le tappe della costruzione del muraccio, progettato nel 1774 dall’ingegner Faldella e completato nel 1778 sotto la direzione del misuratore Visca. L’opera, lunga e articolata, è disseminata di incisioni e date che testimoniano gli interventi successivi, spesso esito di nuove alluvioni: 1839, 1842, 1888, 1901 sono solo alcune delle tante che nel corso dei secoli hanno lasciato il segno sul territorio e sulla pietra.
Ma “Le buzze del Bogna e il muraccio” è più di un semplice saggio storico: è anche un racconto della resilienza di una comunità, che nonostante tutto ha scelto di restare, ricostruire e proteggersi. E il muraglione, che fino a qualche tempo fa è stato meta di camminatori e sportivi, resta lì, a ricordare il fragile equilibrio tra uomo e natura.
L’appuntamento di questa sera sarà anche l’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del territorio ossolano, ancora oggi esposto al rischio idrogeologico. La memoria, come sempre, è uno strumento di prevenzione.
