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LUINO – 12.08.2016 – La mente era nel Luinese

e a scovarla sono stati i finanzieri della Compagnia di Luino. Si chiama “polimeri” perché si interseca con il commercio di materie plastiche, l’operazione con cui la Gdf ha scovato 40 milioni di euro non dichiarati al fisco. Il sistema utilizzato era quello delle cosiddette “frodi carosello” con l’impiego di società fantasma (ne sono state scoperte 4) e con grosse cifre che venivano movimentate sui conti correnti dei 9 indagati. È stato proprio il flusso di denaro – e una segnalazione antiriciclaggio – a mettere le Fiamme Gialle sulle tracce delle persone coinvolte, che facevano capo all’imprenditore luinese, già noto alle forze dell’ordine e con precedenti specifici. I militari hanno ricostruiti movimentazioni per operazioni mai effettuate pari a oltre 40 milioni e 4 milioni di Iva evasa. Sono così scattate le denunce per i reati di frode fiscale, omessa presentazione delle dichiarazioni, riciclaggio ed auto riciclaggio. Creando imprese fittizie, cosiddette “cartiere” tra il Milanese e la Sicilia si poteva fatturare a aziende venete, che in questo modo abbattevano gli utili, risparmiavano tasse e erano più concorrenziali sul mercato. Le “cartiere”, dopo queste operazioni e aver fatturato a loro volta le vendite per far sembrare regolare il flusso del magazzino, venivano trasformate o intestate a nullatenenti compiacenti. Il sistema delle truffe aveva più credibilità perché i pagamenti avvenivano regolarmente tramite bonifico, solo che le somme venivano poi prelevate dalle persone coinvolte, un po’ alla volta, in filiali bancarie o bancomat periferici. Il cerchio si chiudeva con il versamento di questi soldi su carte prepagate nelle disponibilità del dominus dell’operazione e dei suoi sodali.