RIO DE JANEIRO – 12.08.2016 – Ottanta centesimi di secondo.
È questa la (minima) misura che separa Filippo Ganna e il quartetto azzurro del ciclismo su pista – specialità inseguimento – dalla finale olimpica per il bronzo. Nella seconda delle quattro batterie del secondo turno, disputata stasera, gli azzurri (con Ganna, in squadra, ci sono Francesco Lamon, Simone Consonni e Liam Bertazzo, quinti nel crono ieri) hanno inflitto una dura lezione alla Cina, nettamente staccata al punto da arrivare a sopravanzarla sull’anello del velodromo Municipal. Un’operazione, il sorpasso, che di norma non accade ma che, in questo caso, ha probabilmente fatto perdere qualche centesimo all’Italia. Una controprova non ci sarà mai ma, forse, se l’avversario fosse stato un altro, Ganna e soci avrebbero potuto accedere alla finale per la medaglia di bronzo. Quella finale che si sono meritati stabilendo, con 3’55”.724, il loro miglior tempo, nonché nuovo record italiano. Meglio del quartetto tricolore hanno fatto Australia e Danimarca nella combattutissima semifinale che ha sorriso agli oceanici, primi qualificati per la finalissima. E meglio ha fatto la Gran Bretagna, dominatrice della competizione (con il nuovo record mondiale) che ha battuto nettamente la Nuova Zelanda, diventando la seconda squadra – ma anche la favorita – a avanzare in finale. Nuova Zelanda che rispetto alla prova del giorno prima è crollata, faticando anche a mettersi dietro l’Italia per quei già citati 80 centesimi.
L’avventura olimpica di Ganna non è finita perché tra pochi minuti si cimenterà con la sua squadra nella finale per il 5° posto contro la Germania.