VILLETTE - 16-7-2025 -- Il 12 luglio 1995 a Milano moriva Giacomo Brindicci Bonzani. Ingegnere, Commendatore, Sindaco di Villette dal 1957 al 1990, nonché presidente del Consorzio di Bonifica Montana, del primo Consiglio di Valle della Vigezzo, per finire assessore della “nuova” Comunità Montana di Valle Vigezzo. Un tecnico prestato alla pubblica Amministrazione, meno alla politica della quale fu quasi sempre osservatore esterno. Erano tempi in cui si potevano concretizzare scelte ed azioni amministrative senza le pastoie di un apparato burocratico complesso. Aveva rapporti amicali con ministri di diversa collocazione politica e quindi chiedeva liberamente il lecito in nome di un mondo, quello “povero” ma dignitoso della montagna, che si andava evolvendo cercando di ammodernarsi nelle infrastrutture e nella qualità della vita.
Era nato a Milano il 14 giugno 1914, da Nicola, ragioniere e direttore della Rinascente, originario di Ruvo di Puglia e dalla villettese Emma Bonzani maestra elementare a Milano di padre villettese e madre pavese. Aveva un fratello più grande di lui di un anno: Luigi (Gigi) che divenne avvocato e commercialista con studio a Milano. Si laureò Ingegnere civile nel 1938 con una tesi progettuale in ponti. Per un anno fu assistente al Politecnico milanese sino allo scoppio della guerra; ma avrebbe comunque lasciato la docenza perché più portato per la libera professione.
La famiglia – Nel dicembre 1941 aveva sposato Luciana Moglia (figlia di un ingegnere costruttore milanese operativo in Africa), che frequentava già la Vigezzo a Craveggia; ebbero i due figli Nicola e Margherita che a loro volta li resero nonni di quattro nipoti.
In guerra - Dopo il corso Ufficiali nel Genio a Pavia, riuscì a passare negli Alpini della Taurinense dove rimase sino all’8 settembre 1943. Suo compito una volta trasferito ad Aosta durante la guerra sul Fronte Occidentale, fu quello di garantire le comunicazioni telefoniche attraverso le Alpi tra la Regione di Aosta (la Thuile) e la zona operativa in Savoia, passando dal Gran San Bernardo. Linee di notevole lunghezza attraverso nevai e rocce scoscese, pertanto sottoposte a continui rischi di interruzioni, anche per cause non belliche. Da esperto conoscitore delle montagne, aveva col tempo, disposto in diversi tratti di linea, in modo ben protetto, del materiale di riserva in modo da poter reintegrare subito le linee danneggiate da slavine o altro. Non aderendo alla Repubblica di Salò per evitare la fucilazione o la deportazione, dopo l'8 settembre del '43, si rifugiò in Svizzera a Murren col fratello Gigi pure lui tenente degli Alpini ed altri due ufficiali tra cui il cugino Emanuele Borri Bonzani (Nele).
Progettista e costruttore- Rientrato in Italia dopo la Liberazione, riprese l’attività di ingegnere a Milano, fondando l’impresa Edile (IREA – Impresa ricostruzioni e affini). Ebbe lo studio in Via Pagano 2 al piano sottostante l’appartamento in una casa novecentesca progettata dagli architetti Paolo Vietti Violi e da Arrigo Cantoni. Il lavoro non mancava, uscendo Milano com’è noto, da due devastanti bombardamenti ed essendo quelli gli anni della crescita industriale della Lombardia e non solo. Per la parte professionale dal lato architettonico nelle sue realizzazioni collaborò spesso col celebre architetto milanese Luigi Caccia Dominioni.
Fondazione Emma Brindicci Bonzani - In ricordo della moglie e madre benefattrice della comunità villettese, scomparsa nel ’44, il marito e i figli vollero istituire d’intesa con la Curia diocesana, un “Premio della Bontà” a suo ricordo. Il premio, consegnato la notte di Natale presso il Santuario di Re veniva elargito a quei vigezzini che si fossero distinti con atti di generosità nei confronti di famigliari o persone bisognose e in difficoltà. Meritoria iniziativa che durò una ventina di anni.
Pubblico amministratore - Dalla metà degli anni ’50, si dedicò alla pubblica amministrazione, diventando sindaco di Villette (che aveva riportato dal gennaio 1957 all'autonomia amministrativa separandolo da Re a cui era stato annesso come frazione nel 1928). Una carica che detenne ininterrottamente sino al 1990 accrescendo le infrastrutture del piccolo Comune. Negli anni ’60 fu pure primo presidente del Consiglio di Valle (sorta di Comunità Montana ante litteram) e prima ancora del Consorzio di Bonifica Montana che comprendeva oltre ai comuni vigezzini anche Masera e Trontano. Sono di quei periodi numerose opere pubbliche tese a rendere meglio vivibile l’ambiente vigezzino con varie infrastrutture. Lungo è l’elenco delle opere realizzate sia a Villette che nei territori dei comuni facenti parte degli enti che presiedette. Ricordiamo in paese, l’impianto fognario (primo in valle), le nuove scuole, la piazza principale (poi titolata alla madre) e la circonvallazione. Iniziò le prime strade agro-silvo-pastorali verso i principali alpeggi. Ebbe anche lungimiranti intuizioni che videro la luce solo molti anni dopo, come la latteria sociale di valle, sorta con altra forma grazie alla Comunità Montana. Fu tra i fondatori nel 1959 della Pro Villette con il rag. Davide Ramoni, altro brillante villettese cui si devono preziose pubblicazioni di carattere storico locale.
Per il santuario di Re – Nel dopoguerra ripresero lentamente i lavori di ultimazione del grandioso Santuario della Madonna del sangue di Re. Come tecnico fu incaricato dal Vescovo di Novara Gilla Vincenzo Gremigni della direzione lavori, opera realizzata dalla ditta F.lli Poscio, collaborando con l’Arch. Giovanni Greppi (1954/58). Tale impegno offerto gratuitamente gli valse l’Onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana conferitagli a lavori ultimati nell’agosto 1958.
Con gli Alpini - Rimase sempre legato alle Penne Nere della valle ed anche alla Sezione milanese di Cadorna (vicina alla sua abitazione/studio). Le vicende legate agli Alpini villettesi, dalla costituzione del gruppo locale, alle varie iniziative promosse nei primi decenni di vita portano la sua impronta. A lui ed al fratello è stata dedicata la Sede del locale Gruppo. Col fratello Gigi nel settembre 1973 fu tra i fondatori del CAI Vigezzo.
Astrofilo ed esperto di meridiane - Appassionato di orologi solari ne progettò una trentina negli anni ’80, divenendo inconsapevole pioniere di una rinascita della gnomonica nell’Ossola e della Vigezzo in particolare. Emblematici sono quelli della casa comunale di Villette, caratterizzati dall’indicazione del tempo medio cioè dell’ora civile del nostro orologio da polso, rispetto a quelli antichi che fornivano l’ora solare vera del luogo. Nella sua villa di Villette realizzò ai primi anni ’90 anche un piccolo osservatorio astronomico.
Epilogo - A seguito di un male incurabile, cui aveva cercato di porre rimedio con un delicato intervento in una clinica milanese, ivi moriva il 12 luglio 1995. I suoi funerali si sono svolti a Villette nel pomeriggio del 14 seguente, con una folta partecipazione di conoscenti tra cui molti amministratori pubblici.
Per ricordarlo in modo più completo e consono, si sta predisponendo un numero speciale della Rivista Oscellana dedicato alla sua figura ed alle opere (anche gnomoniche) con la pubblicazione prevista per fine anno.
Gim