UDINE - 17-7-2025 -- Non ci saranno ulteriori indagini sull’incidente aereo che il 29 aprile 2023 è costato la vita ad Alessio Ghersi, 34 anni, pilota delle Frecce Tricolori e capitano dell’Aeronautica, e a Sante Ciaccia, 35 anni, parente della moglie. L’ultraleggero su cui volavano si era schiantato nei boschi di Lusevera, in Friuli, e da allora la procura di Udine ha lavorato per fare chiarezza sulle cause della tragedia.
Dopo oltre due anni di accertamenti, i magistrati hanno chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto per disastro aereo colposo e omicidio colposo, nel quale erano stati iscritti tre nomi: la proprietaria del velivolo, il presidente della società costruttrice e il marito della proprietaria. Nessun elemento raccolto, però, ha permesso di individuare responsabilità certe.
L’inchiesta ha cercato risposte in ogni direzione. Il Pioneer 300, andato a fuoco dopo l’impatto, ha restituito pochi resti utili alle analisi. Nemmeno l’esame della pompa idraulica ha evidenziato difetti tecnici, mentre la manutenzione del mezzo risultava regolare. A queste incertezze tecniche si aggiunge l’esclusione netta di un errore umano: il pilota era in pieno controllo al momento dell’azionamento del paracadute e l’autopsia ha escluso che possa aver avuto un malore. Anche il suo curriculum di volo, la sua esperienza e il suo stato di servizio hanno confermato un profilo di assoluta affidabilità.
In assenza di prove e con l’impossibilità materiale di ricostruire l’esatta dinamica — nessuna scatola nera, motore bruciato, elica distrutta — la procura ha concluso che non esistono elementi sufficienti nemmeno per formulare un’ipotesi plausibile sull’origine dell’incidente.
Una decisione che trova d’accordo anche i familiari delle vittime e i loro legali, che non presenteranno opposizione all’archiviazione. Resta, in questo scenario drammatico, l’unico elemento in grado di dare un senso a quanto accaduto: la totale esclusione di responsabilità da parte del pilota.
È una conclusione che, pur nel dolore, offre un minimo di pace alla moglie Jenny Ciabrelli e ai piccoli Giorgio e Cecilia, così come ai genitori di Alessio, Franco e Caterina, che da Domodossola hanno seguito ogni passaggio dell’indagine con compostezza e dignità.