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lago maggiore

LAGHI - 17-07-2025 -- A seguito della comunicazione dei dati del monitoraggio microbiologico, effettuato da Goletta dei Laghi di Legambiente, sui principali gli immissari del lago Maggiore e del Cusio e dal rapporto di una ricerca sulla presenza di microplastiche nel lago d’Orta, svolta dall’associazione ambientalista, in collaborazione con Arpa Piemonte ed ENEA, il circolo territoriale di Legambiente, intende precisare alcune chiavi di lettura dei dati per una loro corretta interpretazione.


Questi concetti sono già stati espressi nel corso degli eventi di settimana scorsa, in occasione della tappa piemontese di Goletta dei Laghi, la campagna di monitoraggio e sensibilizzazione sullo stato dei laghi italiani, quest’anno giunta alla sua ventesima edizione.
Questa attività viene svolta da diversi anni, poiché gli immissari a lago sono tra le principali fonti di inquinamento delle acque. I campioni raccolti dai volontari di Legambiente in appositi contenitori sterili sono poi stati analizzati dal laboratorio di Novara di Arpa Piemonte.
Questa iniziativa integra e non sostituisce il monitoraggio, svolto dall’Agenzia regionale durante il periodo maggio-settembre, con l’obiettivo di valutare la qualità e la balneabilità di 46 spiagge del lago Maggiore e di 15 del lago d’Orta. Quindi per conoscere la balneabilità e lo stato dell’acqua delle spiagge è sufficiente consultare on line il bollettino pubblicato da ARPA Piemonte, aggiornato ogni 15 giorni.
Il campionamento dei parametri microbiologici degli immissari – svolto periodicamente da Legambiente - rileva delle situazioni specifiche, che possono variare in modo repentino, e di conseguenza i dati vanno valutati e considerati sul trend di un periodo più lungo. Infatti, sui 9 punti monitorati da anni, si riscontrano sia gli “inquinati cronici”, come ad esempio le foci fiume Toce e del Vevera, oppure situazioni di altri immissari “quasi sempre” ottimali.
La notizia di quest’anno non riguarda gli “inquinati cronici, per i quali ormai si è creata una situazione di “rassegnazione” e di disinteresse da parte delle amministrazioni e anche dell’opinione pubblica, ma coinvolge alcuni immissari che nel tempo hanno mantenuto uno stato ecologico di eccellenza, come l’Erno e il Selva Spessa, che inaspettatamente hanno riscontrato alcuni parametri fuori dai limiti.
Questa nuova situazione non deve allarmare e non significa un peggioramento complessivo della qualità ambientale delle aste fluviali di questi immissari “virtuosi”, si tratta invece di attivare un confronto sereno e costruttivo tra l’amministrazione, Arpa e il gestore del servizio idrico integrato ANVCO – come già avviene da tempo – per identificare le cause e le possibili soluzioni da attuare.


Un altro fattore importante da considerare riguardo le foci degli immissari dei nostri laghi è la vicinanza delle aree balneabili. Gli “inquinati cronici” Vevera e Toce sul Verbano, Fiumetta e Pescone sul lago d’Orta, sfociano molto vicino, se non addirittura a poche decine di metri da spiagge frequentate da bagnanti; pertanto, anche se dai monitoraggi di ARPA le aree adiacenti a questi immissari critici risultano “quasi sempre” nella norma, rimangono comunque esposte a forti rischi di inquinamento e di conseguenza si rendono necessari degli interventi strutturali – oppure anche decisioni drastiche di chiusura – per la tutela e salvaguardia della salute e della sicurezza dei bagnanti.

I campionamenti strutturati per la ricerca della presenza di microplastiche nei laghi italiani sono iniziati nel 2016, nell’ambito della Campagna Goletta dei Laghi attraverso ricerche condotte dall’ufficio scientifico nazionale di Legambiente, con la guida e la supervisione dei ricercatori di ENEA Centro Ricerche Casaccia.
L’esperienza, le competenze e i dati acquisiti nel corso degli anni, sono poi sfociati nel 2018 nel progetto Life Blue Lakes, che ha interessato tre laghi italiani (Garda, Trasimeno e Bracciano) e due laghi tedeschi (lago di Costanza-Bodensee e lago Chiemsee in Baviera) con l’obiettivo di progettare e sperimentare protocolli standard su aree pilota e azioni di promozione e diffusione di buone pratiche da estendere, successivamente, anche ad altre comunità lacustri italiane ed europee.
A questo progetto internazionale sullo studio sulle microplastiche si è poi aggiunto anche il lago d’Orta, identificato da Legambiente come un “lago laboratorio”, per le sue caratteristiche morfologiche e per l’importante esperienza di bonifica e risanamento ambientale di rilievo internazionale, iniziata tra il 1989 e 1990 e anche per gli aspetti sociologici di una Comunità coesa, con forti legami di identità territoriale e una particolare attenzione per la cura e la tutela del suo lago.
Le ricerche e il monitoraggio delle microplastiche nel Cusio si sono svolte con 4 campagne di campionamento (maggio-ottobre 2022 e giugno-ottobre 2023) su tre transetti, con l’obiettivo di consolidare il metodo di campionamento e di analisi. La ricerca condotta da Arpa Piemonte ed Enea, con il supporto logistico operativo di Legambiente, si è poi articolata con un processo di filtrazione, setacciamento e posizionamento su vetrino per la lettura al microscopio, a cui ha fatto seguito un’analisi strumentale, attraverso la spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier a riflessione totale attenuata (ATR-FT-IR).
I dati hanno evidenziato la presenza di 17 differenti polimeri e una concentrazione media di microplastiche compresa tra 0,04 e 1,58 particelle/m3, valori coerenti con la media di microplastiche risultanti nei laghi italiani monitorati in questi anni da Legambiente.
Tra le microplastiche più trovate: il polietilene (da un minimo del 46% nella campagna del giugno 2023 ad un massimo del 91% nella campagna dell’ottobre 2022); il polipropilene (percentuale minima del 7% nell’ottobre 2022 e massima del 47% nel giungo 2023), la poliammide rilevata, seppur in presenza minore, in tutti i campionamenti (da <1% a 6,7%).
Pertanto, questi dati ci indicano che la criticità ambientale delle microplastiche nelle acque del lago non è assolutamente da sottovalutare ed è una problematica comune agli altri laghi, ma il lago d’Orta ha comunque delle concentrazioni inferiori a laghi che subiscono una maggiore pressione antropica (es. Garda, Trasimeno, Bracciano) e ovviamente ha concentrazioni maggiori rispetto a piccoli laghi montani o laghi con situazioni di densità abitativa e presenza umana inferiore sulle sponde.
“Riteniamo che questo contributo di ulteriori informazioni e puntualizzazioni, cittadini, amministrazioni e i vari portatori di interesse, siano nella condizioni di poter valutare con serenità, senza inutili allarmismi e neppure sottovalutazioni, la situazione ambientale dei nostri laghi e dei loro immissari, attraverso una visione complessiva dei dati, per confrontarsi sulle possibili soluzioni di miglioramento”. Ha commentato Massimiliano Caligara presidente del circolo Legambiente Gli Amici del Lago.