DOMODOSSOLA- 18-07-2025-- L’edizione 2025 di Domosofia, il festival del pensiero e delle idee che negli ultimi anni ha dato prestigio culturale a Domodossola, non si terrà. Lo ha annunciato ufficialmente in Consiglio comunale l’assessore alla Cultura Daniele Folino, rispondendo a un’interrogazione del consigliere di minoranza Angelo Tandurella (Fratelli d’Italia).
"È un anno di verità per Domosofia" ha esordito Folino, elencando cinque motivi principali alla base della scelta. Tra questi, la sovrapposizione con Expo Italo-Svizzera, fissata a settembre, che assorbirà molte risorse organizzative e logistiche. "Abbiamo ritenuto corretto dare rilevanza ai contenuti dell’Expo, evitando sovrapposizioni che ne avrebbero sminuito la portata".
Un’altra questione cruciale riguarda i lavori in corso in piazza Mercato a Teatro Galletti, che renderebbero difficile ospitare una manifestazione di ampio respiro. E poi, il nodo spazi: per Folino, eventi come Domosofia dovrebbero trovare casa nel nuovo teatro cittadino.
Non è mancato un riferimento ai costi dei relatori, aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni, complice l’effetto mediatico e televisivo di molti ospiti abituali del festival: "I cachet richiesti sono ormai fuori scala, e con il rischio del maltempo diventa difficile giustificare simili investimenti".
La decisione, ha spiegato l’assessore, è stata presa con dispiacere ma con senso di responsabilità, in attesa di poter rilanciare il festival in modo ancora più strutturato negli anni a venire.
Ma il consigliere Tandurella ha bocciato senza mezzi termini la scelta dell’amministrazione. "La cancellazione di Domosofia è un messaggio negativo. Era un evento che portava pubblico da fuori provincia, dava visibilità alla città e rappresentava un segno politico, un modo di dire che Domodossola si muove nel mare alto della proposta culturale".
Tandurella ha anche sollevato il tema dell’estate domese: "Dieci serate estive non equivalgono a un programma culturale. Chiedo agli esercenti: gli incassi di quest’anno sono paragonabili a quelli del 2021? Le ricadute erano più ampie, distribuite su più giorni e con un pubblico più eterogeneo".
Il consigliere ha infine accusato la giunta di aver rinunciato a un momento identitario e simbolico per la città. "Era respiro, visione e comunicazione. È triste vedere come oggi si dia l’idea di rinunciare a tutto questo".
La porta, tuttavia, non sembra del tutto chiusa. L’assessore Folino ha lasciato intendere che la volontà è quella di riportare il festival in calendario non appena ci saranno le condizioni strutturali ed economiche per farlo. Ma il 2025, per ora, passerà senza la sua manifestazione culturale più rappresentativa.